Prima lo strappo poi il dietrofront. Ieri in Consiglio comunale si è palesato il rischio concreto di scioglimento dell'assemblea cittadina. La querelle è esplosa...
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La sinistra ha ricordato al sindaco tutte le istanze aperte, che non hanno avuto seguito: dai dubbi espressi rispetto alla nomina dei consiglieri delegati, alle divergenze sul piano di investimenti della Città metropolitana, alla nomina di Egidio Giordano come assessore in terza Municipalità e soprattutto alla mancata partecipazione del sindaco alla campagna elettorale per le Europee. Un elemento da non sottovalutare in un Consiglio comunale dove convivono di fatto due sinistre all'interno di un solo gruppo: quella che ha visto candidato alle Europee Sandro Fucito con «La sinistra» e quella di Articolo 1, per la quale si è impegnato Coppeto supportando attivamente il candidato del Pd, Massimo Paolucci. Ovvio che il «sentimento» del primo cittadino sia più vicino a Fucito, che non a Paolucci, ex bassoliniano di ferro, anche se resta l'incognita di un voto, che potrebbe essere andato a Fucito oppure all'ex presidente dell'assemblea cittadina Raimondo Pasquino (in corsa con + Europa), verso il quale de Magistris ha sempre mostrato stima e rispetto.
Nel momento in cui Coppeto ha dichiarato l'astensione al voto sul rendiconto dell'intero gruppo di sinistra, è partita la conta con il pallottoliere. Si sono accodati alla dichiarazione di astensione i colleghi del gruppo Agorà. Numeri alla mano il mancato «sì» dei quattro della sinistra, più i due o tre consiglieri di Agorà, avrebbe comportato la bocciatura del documento contabile, a meno di un accordo last minute con le opposizioni, con conseguente scioglimento del Consiglio comunale e nomina di un commissario.
«C'è il momento del dissenso politico e del confronto - ha evidenziato il sindaco, facendo appello alla sinistra - ma ritengo che il rendiconto 2018 e tutto il lavoro svolto sia un successo di tutti da cui sarebbe clamoroso discostarsi. Raccolgo il grido di dolore politico e in qualità di capo della coalizione ho il diritto-dovere di farvi ripensare la vostra posizione». De Magistris nel chiedere al gruppo di «rivedere la decisione presa» si è impegnato a convocare nei prossimi giorni una riunione di maggioranza «per poter ripartire nei prossimi due anni e per guardare a una prospettiva più ampia. Io - ha aggiunto - sono un uomo di sinistra e non posso immaginare questa coalizione senza la sinistra che è stata determinante per il raggiungimento di questi importanti risultati».
Il Consiglio ha poi approvato a maggioranza il documento contabile, con soddisfazione espressa dal vicesindaco con delega al Bilancio Enrico Panini. Il disavanzo dell'ente ammonta oggi ad un miliardo 625 milioni di euro con «un miglioramento» pari a 78 milioni, ha rimarcato Panini. «Il rendiconto - ha affermato il vicesindaco - conferma l'azione trasparente e responsabile dell'amministrazione de Magistris in un'ottica di reale e concreto governo dell'ente». Un risultato che - ha sottolineato poi Panini - «è stato possibile anche grazie alla vendita della partecipata Gesac e ad una serie di ottime performance raggiunte attraverso un maggior contenimento della spesa, ad una più efficace lotta all'evasione tributaria, con l'emissione di avvisi di accertamento Tari per omesso pagamento per oltre 600 milioni di euro, a maggiori entrate relative all'imposta di soggiorno che negli ultimi due anni è passata da circa 4,6 a 9,2 milioni di euro». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino