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«Non siamo sconvolti, ma attoniti e addolorati perché la vita di Francesco Pio, un giovane della nostra comunità, i suoi progetti e i suoi sogni sono stati interrotti da una mano criminale». Inizia così il messaggio che don Enzo Cimarelli, parroco della chiesa di San Lorenzo Martire nel quartiere Pianura a Napoli, scrive ricordando Francesco Pio Maimone, 18enne ucciso dai colpi di arma da fuoco esplosi da un coetaneo durante una rissa, alla quale era totalmente estraneo, avvenuta a Mergellina nella notte tra il 19 e il 20 marzo.
«Non siamo sconvolti - prosegue il parroco - perché ci si sconvolge quando accade qualcosa che non ti aspetti, qualcosa di impensabile, ma l'ondata di violenza e di morti di questi anni ci ha periodicamente abituati alle vita spezzate di tanti giovani della nostra città. Non siamo sconvolti ma straziati perché solidali allo strazio di una famiglia, di un gruppo di amici, di un intero quartiere che ha visto un ragazzo pieno di speranza non far mai più ritorno nella sua casa, nel suo quartiere, tra i suoi cari. Non siamo sconvolti perché queste notizie cadenzano ormai gli anni e segnano tempi e dolori collettivi e per questo siamo stanchi: stanchi dell'assenza delle istituzioni, perse nelle loro burocrazie, conti, tavoli; stanchi dell'omertà di chi fa finta di nulla e dell'indifferenza di chi si gira dall'altra parte, stanchi dell'individualismo di tutti e dell'incapacità di far rete sul serio, fino in fondo, per il bene dei piccoli».
Don Enzo Cimarelli si rivolge idealmente alla giovane vittima: «Caro Francesco Pio - scrive - non siamo sconvolti da questo mare di dolore a cui ci siamo assuefatti, ma siamo certi che dal cielo tu potrai sconvolgere i cuori induriti dal male, gli sguardi offuscati dagli interessi di parte, le menti prese da un'economia che non mette al centro i ragazzi e i giovani.
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Il Mattino