Covid a Napoli, operatori socio sanitari in piazza a Santa Lucia tra rabbia e incertezza

Covid a Napoli, operatori socio sanitari in piazza a Santa Lucia tra rabbia e incertezza
C'è sempre più bisogno di personale medico in questa nuova fase dell'emergenza covid, ma le graduatorie degli operatori socio sanitari restano bloccate. Una...

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C'è sempre più bisogno di personale medico in questa nuova fase dell'emergenza covid, ma le graduatorie degli operatori socio sanitari restano bloccate. Una situazione che continua a far infuriare gli idonei al concorso che da un anno, attendono di essere chiamati in servizio. Per questo motivo, operatori ed operatrici “armati” di microfono e striscioni, si sono dati appuntamento questa mattina all'esterno del palazzo regionale a Santa Lucia. Un sit-in di protesta per chiedere ancora una volta, «trasparenza e giustizia sulle graduatorie del concorso».


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«Siamo ancora una volta in piazza – afferma Anna Marziale idonea nella graduatoria Cardarelli – per chiedere il rispetto di un nostro diritto. Vogliamo lavorare e non è giusto continuare a tenerci all'angolo da un anno a questa parte. Abbiamo superato un concorso e mai come in questo periodo è necessaria la nostra presenza e la nostra professionalità. Siamo operatori socio sanitari pronti a dare il nostro supporto in questo momento di emergenza sanitaria. Costituiamo il tramite tra medici e pazienti ed ora la nostra figura è vitale per dare sollievo fisico e psichico ai malati di covid. Crediamo sia inutile e dannoso fare altri concorsi e faremo di tutto per non farli svolgere. Bisogna scorrere la nostra graduatoria ed iniziare a farci lavorare».


Questa la prima istanza che gli operatori continuano a portare all'attenzione delle istituzioni regionali. Un punto fermo su cui non intendono fare marcia indietro e che è alla base della richiesta di annullamento degli altri concorsi.

«Non possiamo permettere – continuano in piazza – che venga generato altro precariato. Questa situazione è paradossale e va fatta chiarezza una volta per tutte. Vogliamo sapere come mai siamo ancora in attesa di una chiamata e perchè si svolgono altri concorsi che tra l'altro, sono contrari ai principi ed alle norme di contenimento dell'epidemia emanate dalla stessa regione. Siamo sconvolti e riteniamo sia arrivato il momento di mettere le carte in tavola, per affrontare seriamente il problema che da un anno a questa parte ci vede tutti coinvolti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino