Napoli, le opere bloccate dalla Sovrintendenza dalla Galleria Umberto ai pini di Posillipo

Interventi congelati e lavori a singhiozzo: per Monte Echia manca l'ok alla variante

La galleria Umberto
Opere e progetti in stand-by: la lista d’attesa è ben nutrita. Napoli è piena di scavi lunghi decenni, lavori a singhiozzo, infrastrutture per cui il taglio...

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Opere e progetti in stand-by: la lista d’attesa è ben nutrita. Napoli è piena di scavi lunghi decenni, lavori a singhiozzo, infrastrutture per cui il taglio del nastro equivale ad aspettare Godot. I motivi dei ritardi sono tanti, dalla burocrazia alla carenza di fondi, dall’assenza di personale degli enti pubblici al caro-energia e materiali. Concentriamoci perciò sulle lavorazioni per cui allo stato attuale delle cose si aspetta un parere da parte della Sovrintendenza. Prima di passare all’elenco delle situazioni “in sospeso”, va sottolineato che secondo un recente report Acen, il 50% circa dei tempi di lavorazione delle opere si perdono in attese di pareri che transitano da un ufficio all’altro. Burocrazia al rallentatore, insomma.



Dal verde ai monumenti, dalle strade all’illuminazione pubblica. La lista d’attesa è vasta, come sono vasti i compiti della Sovrintendenza, chiamata a esprimere pareri (concessioni o divieti) per tutelare il patrimonio storico-artistico di cui Napoli è piena. La Galleria Umberto, per esempio, aspetta un parere sulla questione dei cancelli notturni - sollevata da giunta comunale e prefetto - senza il quale il rilancio del monumento non potrà prendere davvero corpo. Se ne parla da un anno, nei prossimi giorni il Comune presenterà una proposta.

Singolare la vicenda dell’ascensore di Monte Echia, cioè il grande cantiere ventennale che da Santa Lucia sale verso Pizzofalcone: i lavori sono quasi finiti - spiegano da Palazzo San Giacomo - ma il manufatto «eccede di 28 centimetri il progetto approvato» e manca l’ok alla variante. Risultato: tutto fermo. Altra tara, la piantumazione degli alberi a Posillipo: da tempo si studia quali potrebbero essere le nuove alberature in quello che è ormai il cimitero dei pini partenopei, ma la Sovrintendenza non ha ancora concesso le autorizzazioni. I ritardi corrispondono anche a mancati risparmi: il Comune intende sostituire 2500 impianti d’illuminazione tra San Ferdinando e Chiaia, con un risparmio di 1 milione di euro annui. L’ok, però, non è ancora arrivato, così come per la riqualificazione di Castel Nuovo. Altri due casi recenti, su cui si attendono novità: i Gradoni di Chiaia, il cui restyling dovrebbe partire il 6 febbraio, e su cui la municipalità cerca un’interlocuzione per venire incontro alle richieste dei residenti e sostituire i sanpietrini con l’asfalto. Infine l’asilo Jemma di Materdei, che rischia l’abbattimento. 

La giunta Manfredi sottolinea che il clima tra Comune e Sovrintendenza è «positivo». «Stiamo portando avanti il piano di efficientamento energetico degli impianti di pubblica illuminazione nel perimetro Unesco - spiega l’assessore alle Infrastrutture Edoardo Cosenza - Abbiamo da tempo avviato un’interlocuzione con la Sovrintendenza per definire le strategie di intervento. Entro la fine di gennaio, dopo estesa discussione, consegneremo i progetti esecutivi finali delle cabine elettriche Vomero e Litoranea (quest’ultima a servizio di un’ampia area dei Quartieri San Ferdinando e Chiaia). I punti luce interessati saranno oltre 2500 con un risparmio annuo atteso, a regime, di oltre un milione di kwh». «Il clima è di collaborazione - aggiunge l’assessore all’Urbanistica Laura Lieto - Sul Grande Progetto Unesco, la Sovrintendenza in questi ultimi mesi ha ottemperato a tutte le richieste. Siamo in attesa dell’autorizzazione, invece, del progetto di messa in sicurezza, restauro e superamento delle barriere architettoniche del Maschio Angioino, finanziato con il piano di azione e coesione - interventi per le aree di attrazione culturale». 

Senza addentrarci nei ritardi burocratici che hanno portato al fallimento di molti progetti Unesco, un parere sulla complessità della situazione partenopea arriva da Aldo Aveta, docente ordinario di Restauro alla Federico II: «Altre opere ferme sono gli Incurabili, il Parco della Marinella o quello dei Quartieri Spagnoli. La variabile “tempo” incide molto negativamente sullo stato della città. Le responsabilità dei gravissimi ritardi nei restauri vanno divise equamente tra Comune e Sovrintendenza. Perché non incrementare le Conferenze di servizi con tempistiche stringenti? Perché non si aggiorna il Piano di Gestione Unesco, dal 2012 rimasto nel cassetto? Perché non si definisce un Piano strategico del Verde urbano? In tal senso, l’Accordo quadro con la Sovrintendenza va riproposto subito, senza ulteriori indugi. Per quanto concerne la Sovrintendenza di Napoli emerge l’assoluta inadeguatezza dell’organico: mancano troppi dipendenti. Ai pochi funzionari sono affidati i territori di molteplici Municipalità, e quindi sono oberati dall’esame delle pratiche, dai sopralluoghi e dalle partecipazioni agli incontri in Comune o con altri Enti. In questo senso, va rivolto un appello al ministro Sangiuliano: sulle carenze di personale il Mic attivi nuovi concorsi per ridurre l’abnorme gap tra la ricchezza del patrimonio culturale napoletano e il numero dei funzionari». 

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Il Mattino