OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Nel 1897 lo scrittore britannico George Gissing, lasciando Napoli per imbarcarsi verso le Calabrie, annota uno strano pensiero, ovvero che rispetto a pochissimi anni prima trova Napoli molto cambiata, più omologata nei costumi e nelle abitudini. È forse questo il vero mito di Napoli: il mito di Napoli perduta. La ricerca eterna della sua verità nascosta, lo scavo instancabile nelle sue tante stratificazioni e nei suoi misteri, porta chi sente ossessivamente la presenza delle ombre e dei fantasmi vesuviani a cercare ossessivamente la fonte originaria che finalmente spiega il mistero della potenza vitalistica e misterica di Napoli.
Vittorio Del Tufo è scrittore colto e raffinato, figlio di una illustre razza di indagatori degli aspetti più nascosti, misteriosi e sorprendenti di Napoli. Lo fa con libri di largo successo, e con paginate argute e assai documentate pubblicate da molti anni su «Il Mattino», che rinverdiscono un nobile genere letterario, che raggiunse il suo apice nella seconda metà dell'800, allorquando numerosi scrittori decisero di indagare i misteri e i segreti sotterranei delle città. Un genere letterario figlio del giornalismo, e che sortisce da sempre due effetti benefici: arricchire la letteratura con sguardo rinnovato sul passato, e arricchire il giornalismo proiettando l'arida cronaca in una dimensione più larga e profonda.
Questo «Napoli segreta 3» di Del Tufo, che è il dono natalizio del nostro giornale, è una raccolta di passeggiate nei miti, nelle storie, nelle leggende e nei segni urbanistici nascosti in ogni angolo della città. Ed ecco una lunga carrellata di indagini sui miti fondativi di Napoli, sulle divinità pre-cristiane, sui luoghi di culto sepolti, sulle tracce più corporali e pantagrueliche (Lucullo) e su quelle più raffinate e metafisiche (la «Pudicizia» della Cappella Sansevero); ma anche un viaggio nelle meraviglie più insolite dell'arte, e in quelle, finanche, meno sepolte di epoca moderna, ricondotte da Del Tufo, con la sua mente mitopoietica benché sempre sorvegliata e rigorosa nella documentazione a una dimensione da sogno, da favola, da leggenda. È il caso del mistero di Elena Ferrante solo in una città così tumultuosa e carnale una scrittrice poteva sentire così prepotentemente il bisogno di sottrarsi allo sguardo egli altri o di altre piccole-grandi storie cittadine, come per esempio la storia del titolo FATE PRESTO pochi giorni dopo il terremoto del 1980 o la misteriosa e dolorosa scomparsa di Zazà, ritratta e restituita da Del Tufo in tutta la sua essenza tragica, e innalzata a emblema del mito, appunto, di una Napoli che sempre scompare, perpetuamente persa: «Chi era Zazà? Forse la stessa Napoli, misteriosamente sparita, forse ammazzata, sicuramente saccheggiata, derubata dell'anima».
E qui si torna a Gissing, a quel sentimento assurdo di perdita e di rammarico per qualcosa che i tempi nuovi costantemente seppelliscono con la loro spinta verso la modernità.
Il presente non basta, non potrà mai bastare per chi vuole andare a fondo «nel corpo di Napoli». La novità è che, pur usando le nozioni più avanzate di storia dell'arte, dell'archeologia, dell'urbanistica, della storia sociale, mai viene meno in Del Tufo quella febbre spaesata di capire in che modo il nuovo, a Napoli, ingloba il vecchio come fosse, Napoli, una città, che pur sventrando, costruendo e risanando, alla fine tutto tiene dentro di sé, e non riesce mai davvero ad accomiatarsi da niente. E forse è in questo trattenere, in quest'accumulo, in questo immagazzinare (quanti magazzini, a Napoli!) che si spiega la sua estrema densità, la sua verticalità così ostile all'orizzontalità.
Ma c'è un'ultima cosa che Del Tufo suggerisce con questo libro. Che i segreti di Napoli non sono tutti sepolti o nascosti. La città, infatti, è piena di leggende, di storie, di zone d'ombra e di bellezze esposte, in piena luce, che andrebbero osservate con sguardo mitopoietico, perché a osservarla esclusivamente con sguardo realistico si arriva sempre a dei punti morti, a frustranti aporie. E infatti quasi tutti cadono in questo tranello, ovvero di Napoli città realistica, capitale del realismo. Ecco, se c'è un modo per non prenderla mai per la coda, Napoli, è proprio approcciandola con sguardo realistico. Napoli esibisce dura e brutale realtà e nasconde poesia, bellezza, dolore delicato, sofisticazione. Quanto più esibisce, tanto più nasconde. In quel nascondersi, in quella difesa antica e timida di Napoli, cammina con delicata e raffinata curiosità Vittorio Del Tufo, che ci terrà compagnia con questo bel libro durante le vacanze natalizie.
Leggi l'articolo completo suIl Mattino