Si chiamano splinker e sono quegli aggeggi attaccati ai soffitti che sparano acqua in caso di incendio, il punto è che al San Carlo gli splinker si sono attivati in una...
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Perché è scattata allora la doccia non richiesta sugli arredi del San Carlo? Un cattivo funzionamento degli impianti che sono sofisticatissimi e fatti apposta per il teatro? O ci potrebbero essere spiegazioni più maliziose come quelle sussurrate nel Massimo napoletano da chi ci lavora? Certo è che - chiamiamolo così per comodità - l'incidente ha innescato allarmi e polemiche sulla sicurezza. Per esempio, tra gli interrogativi ne spicca uno: chi è che si occupa dei controlli notturni - l'allagamento è avvenuto di notte - e può intervenire in caso di malfunzionamento degli splinker?
Fino a qualche settimana fa una squadra di tecnici specializzati del San Carlo faceva le cosiddette «notti» a 170 euro a botta, una decina al mese e così lo stipendio tocca vette - è il caso di dire - liriche. Poi tutto cambia, è tempo di austerity, il sovrintendente Rosanna Purchia chiede aiuto al Comune, che si rivolge alla Napoli servizi - società interamente pubblica gestita da Mimmo Allocca, che ha così tanti poteri con quell'azienda da sembrare un sindaco - e si arriva all'esternalizzazione con conseguente subappalto.
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Il Mattino