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Sono stati sistemati abusivamente i rifugiati ucraini scoperti nelll'immobile sequestrato e acquisito al patrimonio del Comune di Nola. Quaranta persone, tra donne e minori, sconosciute agli uffici comunali, sarebbero stati collocati nello stabile da una associazione-comitato il cui presidente è stato già individuato e convocato dal comandante della polizia locale, colonnello Formisano. Dovrà chiarire la posizione sua e dell'organizzazione che presiede. Indagine lampo, dunque, ma ancora in corso, per riannodare i fili di una vicenda che per il sindaco di Nola, Carlo Buonauro, presenta molti lati ancora oscuri. Non è chiaro, per cominciare, se gli ucraini siano mai stati censiti al loro arrivo in Italia. «Questa associazione non ha alcun rapporto con il Comune - conferma Buonauro - giovedì sera ci è arrivata la comunicazione del Commissariato di Nola perchè una pattuglia si era recata sul posto per la segnalazione di uno sversamento di rifiuti non autorizzato. I poliziotti hanno individuato persone all'interno dello stabile e ci hanno quindi chiesto se il Comune fosse a conoscenza della loro presenza».
È a questo punto che vè stata attivata la Polizia locale per le prime sommarie indagini. Il presidente del comitato, secondo le prime informazioni assunte, avrebbe presentato una dichiarazione di ospitalità al Commissariato di Nola. «Adesso - dice il sindaco - ci preme sapere se e quanti profughi sono stati dichiarati.
«L'immobile é abusivo perché realizzato senza titolo e come tale è stato oggetto prima di ordinanza di demolizione e poi di acquisizione al patrimonio comunale, ed essendo un bene proveniente da attività illecita è stato ammesso a un finanziamento di circa un milione di euro su un progetto presentato dall'Ambito N23, di cui Nola è capofila: una parte di questi soldi serviranno per la riqualificazione, l'altra parte per la sua destinazione a uso sociale», conclude il sindaco. Solo allora, eventualmente, potrà ospitare legittimamente persone che hanno bisogno di un tetto.
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