Il primo fu Tonino Di Pietro, un quarto di secolo fa. Il fustigatore dei malcostumi nazionali era talmente amato dal popolo che a San Gregorio Armeno decisero di dedicargli una...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Anche tra i pastori è il pallone a muovere l'economia. In questa collezione di figurine in tre dimensioni trovi in prima linea Carlo Ancelotti e Aurelio De Laurentiis. A seguire, una lunga scia azzurra che va da Insigne a Callejon, passando per Koulibaly, Mertens, Allan, Hamsik e Milik. C'è posto perfino per Ounas e Sepe. «Mancano soltanto Mario Rui e Younes: non li conosce nessuno», motiva l'esclusione Ferrigno, che non ha dimenticato i nostalgici: Maurizio Sarri e Pepe Reina qui sono ancora in azzurro. Dietro di loro ci sono Buffon e Donnarumma, Totti, Balotelli, Verratti. Ma sopra tutto e tutti resiste forte il culto di Maradona: per molti napoletani, l'unico che può stare a pieno titolo tra la Madonna e San Giuseppe. Al suo patrono laico venuto a miracol mostrare, la città che si fa essa stessa presepe non smette di dedicare busti e statuine. Le più richieste, però, hanno dipinta addosso la maglia bianconera. «Lo dico a malincuore: Ronaldo è il pastore più venduto del 2018. Sui duecento che vendiamo ogni anno, purtroppo cento sono juventini», si rammarica l'artigiano. Così è, d'altro canto, il presepe riveduto e (s)corretto: impertinente e senza alcun riguardo per la fede. Nemmeno per quella calcistica.
Vero, in questa galleria degli errori spunta pure San Gennaro. Ma è d'azzurro vestito e sulla mitra esibisce orgoglioso una N da ultrà. Poco più in là, sorride papa Francesco. Peccato che Bergoglio faccia pericolosamente rima con Malgioglio: il suo ciuffo ossigenato fa capolino da più parti. In questa parata di intrusi eccellenti, tuttavia, i posti d'onore spettano alle maschere nelle quali la città specchia la propria identità: Pulcinella, naturalmente, ma anche Totò e Eduardo, che occhieggiano ovunque da mensole e pareti, Pino Daniele e il postino Massimo Troisi. Sacro e profano, insomma, si mescolano in un supermercato del souvenir a cielo aperto. Tanto che a San Gregorio Armeno sembra più Carnevale che Natale.
Sul presepe ci finiscono anche i big della musica: oltre a Pino Daniele, un Vasco Rossi con il cappellino d'ordinanza, Claudio Baglioni con la chitarra a tracolla, Elvis, Bono Vox, Michael Jackson, George Michael, Renato Zero, Adriano Celentano, Gigi D'Alessio accanto a Maria De Filippi, Lucio Dalla, i The Kolors, Fedez con Chiara Ferragni. La grande industria del presepe è riuscita a riprodurre finanche l'uomo senza volto, Liberato. Manco a dirlo, di spalle e col cappuccio in testa. Accanto ai cantanti, ecco altri volti notissimi: Sofia Loren, Paolo Villaggio, Bud Spencer, Fabio Fazio e Luciana Litizzetto, lo chef tv Antonino Cannavacciuolo, il Genny Savastano di Gomorra, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, Valentino Rossi. A guardarli così, schierati come un piccolo esercito della disobbedienza, sembra che siano fuoriusciti tutti insieme dalla tv per accorrere al grande party che Napoli ha organizzato per loro nel rutilante budello natalizio.
Tradire la tradizione, del resto, è un gusto al quale non riescono a resistere nemmeno i visitatori, che fanno a gara per riconoscere le riproduzioni. E pure la politica a San Gregorio è ben rappresentata. All'appello rispondono Salvini, Grillo, Di Maio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Putin, Trump, Macron, Angela Merkel, il dittatore nordcoreano Kim Jong-un, Renzi, i reali inglesi Harry e Meghan, Marco Pannella. Conserva il proprio posto anche Berlusconi, «un evergreen, ma in calo», fa il borsino del gradimento popolare Daniele Gambardella, che prosegue una tradizione familiare. Ferrigno invece ha guardato indietro e in vetrina ha piazzato Che Guevara a pochi centimetri da Mussolini. A San Gregorio, nel 2018, può accadere anche questo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino