Sparatoria davanti al bar di Qualiano, il killer aveva già ucciso il suocero

Sparatoria davanti al bar di Qualiano, il killer aveva già ucciso il suocero
Marco Bevilacqua, il 37enne fermato dai carabinieri per tentato omicidio plurimo dopo aver sparato contro un gruppo di giovani a Qualiano, nel 2006, quando aveva solo...

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Marco Bevilacqua, il 37enne fermato dai carabinieri per tentato omicidio plurimo dopo aver sparato contro un gruppo di giovani a Qualiano, nel 2006, quando aveva solo vent'anni, era stato arrestato per l'omicidio del suocero Salvatore Bevilacqua, avvenuto il 24 gennaio a Scafati al culmine di una lite. Nel 2008 la Corte d'Assise d'Appello di Salerno, confermando la condanna di primo grado a 14 anni e 4 mesi di reclusione, divenuta irrevocabile l'anno successivo. Bevilacqua ha trascorso alcuni anni in carcere ed è tornato in libertà. Nel 2016 è stato nuovamente arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, a Qualiano, al termine di un inseguimento per 10 chilometri dopo essere fuggito a un posto di blocco dei carabinieri.

Tre giorni dopo l'assassinio del suocero, che aveva 47 anni, freddato in via Cesare Battisti, il giovane assassino si consegnò ai carabinieri che gli stavano dando la caccia. Era stato lui ad armarsi e fare fuoco esplodendo un colpo da una pistola calibro 7,65 che raggiunse al cuore  Salvatore Bevilacqua. Tossicodipendente, qualche precedente per droga, era l'unico indiziato e i sospetti nei suoi confronti erano stati indirizzati dai familiari dell'uomo ucciso. La sua casa a Boscotrecase era stata già perquisita dai militari. Marco viveva con la compagna, figlia della vittima, appena 17enne, e avevano un figlio di tre anni. Sembra che il suocero lo accusasse di maltrattamenti nei confronti della ragazza. 

Anche il padre del giovane assassino, 57 anni, che pare fosse presente sul luogo del delitto, venne iscritto nel registro degli indagati nelle fasi iniziali dell'inchiesta. Interrogato dopo l'arresto, Marco Bevilacqua ammise di aver sparato contro il suocero, precisando però che quella pistola non era sua, ma della vittima. Si era presentato all'appuntamento con il suocero per un ennesimo chiarimento, ma disarmato. Secondo la sua versione, sarebbe stato Salvatore Bevilacqua ad estrarre l'arma, quando la discussione è degenerata, e a puntargliela contro. A quel punto il giovane, nel tentativo di difendersi, avrebbe bloccato la mano del suocero ed impugnato la pistola dalla quale sarebbe partito accidentalmente il proiettile mortale.

«Un soggetto simile, pericoloso, violento, non dovrebbe avere la possibilità di essere a piede libero. Invece lo era, e per la sua follia ha rischiato di ammazzare quattro persone, due delle quali sono ancora in pericolo di vita. Purtroppo il nostro territorio è pieno di gente simile che gira tranquillamente per le nostre strade. Il motivo è semplice, quasi nessuno di questi criminali viene condannato in modo duro e duraturo. Serve il pugno duro, occorrono pene severe. Basta tolleranza, basta comprensione. Non siamo più liberi di uscire in strada, di vivere, siamo ostaggio della criminalità. E non è accettabile»: lo ha detto il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, commentando quanto accaduto.

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Il Mattino