Commissario Sanità, il ministro Grillo attacca la Lega: «Aiuta De Luca»

Commissario Sanità, il ministro Grillo attacca la Lega: «Aiuta De Luca»
Piano di rientro dal debito e sostituzione di Vincenzo De Luca nel ruolo di commissario per la salute in Campania: il tema continua a tenere banco tra ministri e sottosegretari e...

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Piano di rientro dal debito e sostituzione di Vincenzo De Luca nel ruolo di commissario per la salute in Campania: il tema continua a tenere banco tra ministri e sottosegretari e tra esponenti locali e nazionali dei partiti della maggioranza giallo-verde. Dopo il nulla di fatto del Consiglio dei ministri di martedì la nomina rischia di sfumare. Determinante la riunione di oggi a Roma, al tavolo di verifica del Piano di rientro a cui siedono la Regione e i Ministeri affiancanti (Salute ed Economia). Il governatore campano potrebbe incassare dal Mef la certificazione non solo di un bilancio della Sanità in pareggio per il quinto anno consecutivo (dal 2014 al 2018) ma anche il superamento della sufficienza nella pagella 2018 dei Lea (Livelli essenziali di assistenza, la griglia sulle attività cliniche e assistenziali). Il dato, dopo aver raggiunto quota 153 nel 2017 (recuperando 20 punti rispetto all'anno precedente), ha guadagnato altre 10 lunghezze salendo a 163, tre oltre il minimo fissato a 160. Valore che sarà certificato da Kpmg, l'agenzia consulente del ministero dell'Economia. Ciò pone la Campania tecnicamente nel solco della fuoriuscita dal commissariamento, anziché sulla strada della sua prosecuzione sebbene la fase di affiancamento potrebbe durare ancora un paio di anni. Un traguardo per il quale - secondo il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia della Lega, che ha la delega sui Piani di rientro - «il Mef, tecnicamente, non ha più motivo di commissariare la sanità campana».

 
Non ci sta la ministra pentastellata Giulia Grillo: «È sconcertante e irrazionale la posizione del viceministro Garavaglia - avverte - visto che proprio il 29 marzo (alla scadenza della data fissata per legge per la nomina, ndr) il ministero dell'Economia mi ha inviato una lettera in cui chiede di concertare la nomina di commissario e subcommissario di Campania e Lazio. Non si comprendono le ragioni di questo dietrofront». Il ministro spinge poi sul tasto dell'insoddisfacente gestione della sanità in Campania considerando la posizione della Lega «frutto di puro opportunismo e strategia politica». «Ci  deludono le irresponsabili illazioni di alcuni esponenti dei 5 Stelle - replica Gianluca Cantalamessa, segretario della Lega in Campania - su presunti accordi tra noi e il Pd. Attendiamo il tavolo (oggi, ndr) in cui saranno presentati i Piani di rientro. Negli ultimi 4 anni sono stati rispettati i vincoli di bilancio, se il dato è confermato non ci sarebbe necessità di commissariare De Luca. Altro discorso è la questione dei Lea. Non si stanno rispettando i minimi da vari anni. Valutiamo tutte le ipotesi, incluso il commissariamento delle singole strutture senza toccare le eccellenze. Non ci interessano le poltrone ma la salute dei cittadini». Cantalamessa, dunque, sposta la questione dal piano politico a quello tecnico. Molte Asl e ospedali, pur nel quadro generale di tenuta dei conti, hanno bilanci in rosso a cominciare dalla Asl Napoli 1. E ieri sera, negli studi di Porta a Porta, il vicepremier Luigi Di Maio attacca pesantemente De Luca: «La sanità in Campania non funziona: serve un nuovo commissario».


Un'ulteriore cornice di lettura la offre Stefano Graziano, presidente della commissione Sanità in Consiglio regionale: «C'è un'ansia da prestazione mediatica da parte dei 5 Stelle - attacca - perdono di vista il tema che non è cambiare il commissario in Campania ma uscire dal commissariamento. Vi sono le condizioni dopo 5 anni di bilanci in pareggio e Lea che hanno guadagnato decine di punti fino alla sufficienza. Anche la sbandierata eliminazione del tetto di spesa sul personale, parametrato al 2004 meno l'1,4% della spesa, non dice che in questi anni la Campania è rimasta al palo dei vincoli. Dire che si può spendere quanto registrato nel 2018 aumentato del 5% favorisce la Lombardia e il Nord che non avevano gli stessi nostri paletti. Tirare poi in ballo De Luca su fatti di cronaca o per la fatiscenza delle strutture, per giustificare la sua rimozione, sembra più un'operazione di sciacallaggio politico che di affiancamento». Infine Paolo Russo, deputato di Forza Italia, secondo cui «frenare il commissariamento è un favore a De Luca».
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Il Mattino