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Spacciavano droga nei vicoli del centro storico. Lei, 65 anni, Patrizia De Luca, è la nonna di Ugo Russo. Quando i Falchi della Squadra mobile di Napoli l'hanno ammanettata, era insieme ai due suoi figli - Gennaro e Pasquale Mancini, 48 e 47 anni - in piena attività. Vendevano droga. Cocaina. Il blitz della Polizia di Stato è avvenuto in vico Paradiso al termine di un servizio di contrasto al traffico di stupefacenti in città.
Da settimane i poliziotti seguivano i movimenti dei pusher che operano a ridosso tra i Quartieri Spagnoli e Montesanto. Esperienza e professionalità degli agenti in borghese hanno consentito di incastrare, anche con immagini riprese e registrate, la fiorente piazza di spaccio che continuava a operare sin dai giorni successivi al funerale del 15enne babyrapinatore ucciso un anno fa durante il tentativo di rapina ai danni di un carabiniere in borghese a Santa Lucia.
Le attività investigative hanno consentito di far scattare le manette ai polsi della nonna del minorenne e di due suoi zii. I Falchi sono entrati in azione giovedì pomeriggio.
I tre (madre e due figli) sono stati arrestati in flagranza di reato. I Falchi della Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini avevano predisposto mirati servizi di osservazione in salita Paradiso, all'angolo con vico Rosario a Portamedina: qui hanno notato due persone che consegnavano un involucro in cambio di denaro ad un ragazzo che si è allontanato velocemente.
Poco dopo è giunto un altro giovane che, dopo aver ricevuto una dose di droga in cambio di denaro da un altro individuo, accortosi della presenza dei poliziotti si è dato alla fuga; dopo un breve inseguimento è stato raggiunto e bloccato; in tasca aveva due bustine contenenti un grammo di cocaina.
Patrizia De Luca e Gennaro e Pasquale Mancini, madre e figli di 65, 48 e 47 anni, napoletani con precedenti di polizia, sono stati arrestati per spaccio di droga, mentre l'acquirente è stato sanzionato amministrativamente per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale. I successivi riscontri sulla identità degli arrestati hanno consentito di accertare che in carcere sono finiti la nonna e due zii di Ugo Russo. I tre sono ora a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Il quadro investigativo non fa che confermare come l'ambiente nel quale viveva lo sfortunato ragazzo ucciso mentre tentava con un altro giovane complice di mettere a segno una rapina sia profondamente degradato e segnato dall'illegalità. Una cappa mefitica nella quale il 15enne è stato costretto a crescere. Dopo la sua morte si sono moltiplicate le reazioni di chi in lui vedeva invece quasi un eroe da celebrare, con tanto di murales e di altarini.
«Fanno bene le forze dell'ordine a continuare la battaglia serrata contro chi spaccia e porta avanti attività criminali - commenta il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli - Tutti i nodi stanno venendo al pettine. Vorremmo ricordare alla città e in particolare a coloro che hanno omaggiato pubblicamente la storia di questo ragazzo omettendo l'attività delinquenziale della famiglia, l'assalto all'ospedale Pellegrini e gli spari contro la caserma dei carabinieri Pastrengo sempre ad opera di amici e parenti di Ugo Russo che lo spaccio e il furto non saranno mai considerati la normalità da parte nostra. Intanto il murale, gli altarini e l'omaggio indegno a Santa Lucia non sono stati ancora rimossi e questo è un messaggio pessimo per i napoletani perbene. Per questo chiediamo al prefetto un intervento risoluto anche in questa vicenda».
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