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L’idea l’ha lanciata sul gruppo WhatsApp dei suoi colleghi consiglieri regionali, Annarita Patriarca di Forza Italia con Stefano Caldoro - figlia di Francesco Ciccio Patriarca vecchio ras della Dc vesuviana scomparso tre lustri fa la cui vicenda politica e umana è stata attraversata da bufere giudiziarie opache e dolorose - che ha posto una domanda semplice: «Chi si sente di avere radici democristiane?» Hanno risposto positivamente la metà degli eletti del popolo, 25 su 50. E in quel momento - è venerdì intorno all’ora di pranzo - è nato ufficialmente un nuovo soggetto politico: «L’intergruppo del Consiglio regionale della Campania in base alle comuni origini democristiane», insomma risorge dalle ceneri della storia la «balena bianca». L’immagine del profilo è quella di Alcide De Gasperi fondatore della Dc nel 1943, partito ucciso nel 1994 da Tangentopoli le cui inchieste per oltre il 90% si sono risolte in un nulla giudiziario. «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» dice Tancredi nel celeberrimo romanzo «Il gattopardo» di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Sinonimo di trasformismo. Non è probabilmente un fenomeno di trasformismo quello che si è diffuso nel Consiglio regionale della Campania, anche perchè è solo da pochi mesi in carica. Si tratta di un branco di nostalgici? Può darsi ci sia pure questa componente molto umana con tanti figli d’arte dentro come vedremo. Però è di certo un caso politico nato e cresciuto con il governatore Vincenzo De Luca alla guida dell’ente di Santa Lucia. Effetto del dimezzamento dei dem in Consiglio. Il Pd ha pagato pegno a tutto vantaggio delle liste del governatore. La prova del dna per definire certo questo fatto è che uno dei 25 neodemocristiani è Luca Cascone (del gruppo De Luca Presidente), un fedelissimo del governatore - salernitano - che è l’esperto in materia di mobilità e trasporto pubblico, sua per esempio, l’idea di mettere a disposizione bus dei privati per portare i ragazzi a scuola ed evitare assembramenti alle fermate.
I NOMI
Da Fratelli d’Italia al Pd passando per Forza Italia fino ai mastelliani e persino alla Lega sono questi i partiti dove si sono sistemati quelli della neo-Dc.
FIGLI D’ARTE
Nel gruppo «Più Europa - Liberaldemocratici - Moderati, Europa Verde» tre su quattro hanno aderito: si tratta di Giuseppe Sommese figlio di Pasquale tra l’altro ex assessore al turismo della Regione. Con lui Pasquale di Fenza e Fulvio Frezza anche consigliere comunale a Napoli. Tra i renziani ci sono Vincenzo Alaia, Francesco Iovino, Tommaso Pellegrino e Vincenzo Santangelo. A proposito di figli d’arte c’è Giovanni Mensorio - figlio di Carmine - tragicamente suicidatosi in seguito alle inchieste di Tangentopoli. Per Giovanni – penalista, docente all’Università Federico II di Napoli – la sua elezione ha avuto i sapore del riscatto. «Mi dispiace della mia famiglia alla quale ho voluto bene», aveva scritto Carmine Mensorio in uno dei biglietti trovati nella cabina del Superfast Patrasso-Ancona dal quale si lanciò, togliendosi la vita, il 16 agosto 1996. Ancora nel gruppo misto va segnalata l’adesione di Livio Petitto. Questi sono alcuni dei 25 che potrebbero ancora aumentare. Un vero e proprio partito trasversale o un correntone composto da ex Dc, molto forte ed equipaggiato. Tanto da lanciare anche provocazioni forti se anche sul filo dell’ironia: «Dove sono finiti i comunisti? Dove si trovano quelli di sinistra?» scrivono in chat. E la risposta è una sola: «C’è rimasto solo De Luca». Uno sfottò e basta? Visto dalla prospettiva de Pd non è poi tanto uno sfottò. E potrebbe avere un impatto - questo correntone bianco - sulla formazione delle liste per le amministrative di Napoli.
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Il Mattino