Hanno dichiarato guerra all'Asl Napoli 1 e sono pronte a scendere in piazza. Protagoniste della protesta scatenata da una delibera dell'azienda sanitaria locale, sono le...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Dopo i primi malumori e un'ondata di indignazione femminile, pochi giorni fa le associazioni in protesta hanno fatto rete e sottoscritto un documento inviato ai vertici della Asl e al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per chiedere l'immediata revoca della delibera. «Sorprende che nella delibera sia esplicitamente nominata l'attuazione della legge 194 e il rispetto del pluralismo - si legge nella nota firmata da Stefania Cantatore dell'Unione Donne Italiane di Napoli - abbiamo seri dubbi sulla legittimità di questo grave provvedimento e della sua tattica pubblicazione a ferragosto». Sotto accusa non solo la compatibilità del provvedimento con la normativa che disciplina il tema dell'interruzione di gravidanza volontaria ma, come sottolinea Rosa Di Matteo di Arcidonna, «si tratta di buon senso: l'ospedale è un luogo laico dove è inopportuna la presenza di volontari cattolici al fianco di donne che hanno già deciso di abortire».
Un altro elemento che caratterizza la protesta è la considerazione che «non mancano certo figure professionali dirette alla completa informazione delle pazienti» come si legge nella nota firmata anche da Clara Pappalardo di Arcidonna e Simona Ricciardelli, presidente del Comitato Legge 194. In pratica, le associazioni femminili ritengono che «appare del tutto ingiustificata l'inclusione di un'associazione che esplicitamente si dichiara contro l'aborto in un luogo deputato ad accogliere e prendersi cura di donne che già hanno compiuto il percorso della scelta tra l'interrompere o no la gravidanza». Per questi motivi, tra le firmatarie del documento per la revoca, c'è chi considera la delibera stessa un «atto di violenza contro la libertà delle donne» come ha affermato Elvira Reale, impegnata negli sportelli anti-violenza con l'associazione Salute Donna. A distanza di 48 ore dalla pubblicazione della nota si è scatenata una catena di proteste che hanno raccolto anche alcuni sindacati. «Le riflessioni etiche e religiose sono di pertinenza delle donne e la delibera va contro ogni logica stabilita dalla legge 194 - aggiunge Antonio Eliseo della Uil Rsu dell'Asl Napoli 1 - l'azienda faccia funzionare i consultori invece di affidarsi alle parrocchie». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino