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«Riaprire le case chiuse». Il nuovo fronte della Lega per cancellare la Merlin
LE DONNE
Ma a giudicare dai parlamentari coinvolti nella fronda anti-Merlin - che chiama a raccolta anche una fitta schiera di consiglieri regionali, comunali e municipali - quella del Movimento non è tanto una tipica insurrezione in salsa ortodossa, quanto una ribellione in rosa che unisce le portavoce stellate in un fronte unico che va al di là delle classiche divisioni interne. A prendere posizione contro le case chiuse, ci sono infatti la vicepresidente del gruppo M5s al Senato Alessandra Maiorino e la collega Bianca Laura Granato. E ancora Luisa Angrisani, Virginia La Mura e Michela Montevecchi. Ma tra i big di palazzo Madama non mancano neppure il già candidato ministro alla Salute oggi presidente della commissione Igiene, Pierpaolo Sileri, e l’ex consigliere regionale del Lazio, Gianluca Perilli. Folta la pattuglia di stellate ribelli anche alla Camera: a intimare lo stop a Salvini donne forti dell’ala ortodossa come Doriana Sarli e Dalila Nesci, ma anche deputate vicine a Di Maio come Lucia Azzolina e Vittoria Baldino. Perché dicono di no alle case chiuse? È presto detto. I firmatari sono contrari al «business della prostituzione legale in Paesi come Olanda e Germania», paesi «che ormai quindici o vent’anni fa scelsero la strada della legalizzazione della prostituzione e quindi della riapertura delle “case chiuse”» e che «stanno ora rapidamente tornando sui loro passi». I parlamentari stellati vanno dritti al punto: Berlino è «oggi drammaticamente al primo posto in Europa come meta di traffico di esseri umani a fine di sfruttamento sessuale». Quindi lo strale contro il Carroccio: il problema «non può essere risolto con una semplicistica legalizzazione che renderebbe di fatto quegli stessi sfruttatori, signori incontrastati» del business più vecchio del mondo. Ma c’è un problema. Salvini ha espresso da tempo sulle case chiuse certezze granitiche: bisogna riaprirle. Anzi, spalancarle. Il Movimento sembra invece piombato in un’altra crisi di identità: prima sì, poi forse, anzi no.
SÌ, NO O ROUSSEAU
A metà gennaio Luigi Di Maio si era schierato contro. «Le case chiuse - aveva assicurato - non sono nel nostro programma.
Il Mattino