Sarà uno dei tasselli centrali del decreto semplificazioni che il governo si accinge ad emanare: la rivisitazione dell'abuso d'ufficio. Insieme alle richieste di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Queste ultime dovrebbero essere «gravi e manifeste». Solo in questo caso scatterebbe la violazione penalmente perseguibile del funzionario che ha firmato l'atto o che ha opposto il suo diniego ad una determinata autorizzazione. Insomma, l'obiettivo sarebbe quello di circoscrivere meglio le condotte penalmente rilevanti. «Le denunce per abuso d' ufficio», ha spiegato Cosimo Maria Ferri, deputato di Italia Viva componente della Commissione Giustizia della Camera, «sono circa un terzo dei reati contro la Pubblica amministrazione e la maggioranza dei procedimenti si chiude con l'archiviazione e quelli per i quali viene disposto il rinvio a giudizio si concludono con una condanna in meno del 20% dei casi».
LEGGI ANCHE Conte frena su taglio Iva: costa moltissimo
Secondo Ferri «occorre, quindi una maggiore perimetrazione dell'area del penalmente rilevante per evitare la »fuga dalla firma« da parte di funzionari e dirigenti della Pa che per timore di essere destinatari di un'indagine penale si astengano dall'esercizio delle proprie funzioni e del proprio potere decisionale. L'obiettivo di una riforma deve andare nella direzione di una maggiore precisione dei presupposti distinguendo le mere irregolarità dalle condotte penalmente rilevanti». Quello dell'abuso d'ufficio è però soltanto uno dei due freni all'azione dei funzionari pubblici. Il secondo è il timore di finire nelle maglie della giustizia amministrativa con una contestazione di danno erariale.
LEGGI ANCHE Manovra, per lo scaglione Irpef del 38%
Ci sono procedimenti che hanno fatto storia, come la richiesta di risarcimento per quasi un miliardo di euro avanzata nei confronti dell'ex direttore del debito pubblico per i derivati nel bilancio dello Stato. Anche su questo secondo fronte il governo sarebbe pronto ad intervenire. E anche in questo caso non per cancellare la responsabilità dei funzionari, ma per limitare i casi di contestazione di un danno all'Erario. L'idea sarebbe di introdurre una sorta di salvacondotto quando i funzionari hanno seguito delle procedure standardizzate nei loro iter autorizzativi, facendo magari in modo che queste stesse procedure siano preventivamente avvalorate dalla stessa Corte dei Conti o da altri organismi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino