Le ragazze italiane pur essendo più brillanti a scuola, meno soggette a bocciature e capaci di ottenere più spesso il diploma o la laurea rispetto ai coetanei,...
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Nonostante questi numeri sul mercato del lavoro le donne, pur avendo maggiori competenze acquisite a livello didattico, non riescono a tradurle in tassi di occupazione o redditi più alti. Una vera debacle. Andando più a fondo nelle statistiche di Openpolis emerge che le donne sul totale dei laureati nelle tecnologie dell'informazione e ingegneria restano molto indietro. Questo aspetto accomuna tutti i paesi dell'orea Ocse e porta alla disparità nei percorsi di carriera. L'Italia, tuttavia, ha il record negativo con un divario di genere più pronunciato.
Le differenze di genere nell'istruzione emergono durante l'adolescenza. E' lì che il gap tra maschi e femmine si manifesta con l'acquisizione delle competenze: le ragazze vengono orientate verso materie umanistiche, i ragazzi verso aree scientifiche e tecniche.
Questa gabbia culturale innesca inevitabilmente non solo un divario nei percorsi di studio ma nei passaggi lavorativi post laurea. La conseguenza è che le ragazze hanno meno probabilità di un coetaneo di essere occupate in futuro.
Tra le regioni italiane dove il divario di genere è maggiore spicca la Puglia. Le donne pugliesi che hanno laurea o diploma sono il 50,2%. La quota più bassa tra le regioni italiane. Qualche passo in avanti è stato fatto: per esempio in Calabria dove le donne con almeno il diploma sono aumentate di 9 punti (dal 46,4 al 55,3). Naturalmente le regioni con meno diplomate sono anche quelle con la minore occupazione femminile e spesso coincidono con quelle con il maggior divario uomo-donna nel lavoro.
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Il Mattino