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Washington, il Congresso trema ancora. E si blinda.
Dopo l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio scorso, costato all’America 5 morti e migliaia di fotogrammi scempio che hanno fatto il giro del mondo, ad arroccarsi adesso è la Camera dei Rappresentanti. Un’intera sessione cancellata e una motivazione tanto semplice quanto inquietante: «Gruppi di estremisti sono pronti a entrare - di nuovo - in azione, l’allerta sicurezza è massima». E impone decisioni e prudenze straordinarie.
A lanciare l’allarme sono l’Fbi e il Dipartimento e della sicurezza interna che con un comunicato congiunto, a margine di rispettive indagini e intercettazioni, cerchiano di rosso due date sul calendario: 4 e 6 marzo.
Nessuno fa nessun esplicito riferimento alla destra di Trump, ma è chiaro che nel mirino c’è Biden. Biden che, peraltro, discostandosi dalla tradizione politica a stelle e strisce, al cospetto di entrambe le camere riunite in seduta comune potrebbe tenere il discorso sullo Stato dell’Unione. Questo data la complessità del momento, nonostante si sia appena insediato (la Storia vuole che i presidenti lo facciano a partire dal secondo anno in poi, ndr). Altro momento, dunque, da tenere parecchio d’occhio.
Del resto, ci sono delle ragioni precise per cui donne e uomini della Guardia Nazionale tuttora presidino le strade della capitale federale. In particolare con i cospirazionisti di QAnon all’opera e addirittura convinti che il 4 marzo possa sancire l’alba di una nuova era Trump (“tra il 1793 e il 1933, l’Inauguration Day cadeva spesso proprio il 4 marzo”, fonte Cnn).
È un’America ancora scossa, ancora in guerra con se stessa.
Non ancora libera di essere quieta.
Il Mattino