Chiude il negozio vintage dei ragazzi: «Sforzi vanificati dal Covid, si va on line»

Chiude il negozio vintage dei ragazzi: «Sforzi vanificati dal Covid, si va on line»
Non ha resistito alla crisi causata dal Covid. Troppe spese e pochi compratori lo hanno messo in ginocchio. E così uno dei primi negozi di abbigliamento vintage chiude i...

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Non ha resistito alla crisi causata dal Covid. Troppe spese e pochi compratori lo hanno messo in ginocchio. E così uno dei primi negozi di abbigliamento vintage chiude i battenti e si trasferisce sul web. I suoi titolari hanno dovuto dire addio al loro piccolo locale di soli 30 metri quadrati che avevano aperto in via XX Settembre a giugno 2019 con grandissimo entusiasmo, convinti di aver trovato una strada nel mondo del commercio. «L'inaugurazione è stata un successo, siamo stati felicissimi di accogliere tanti ragazzi incuriositi di venirci a conoscere di persona» racconta Sara Mazzoni, 23 anni, che è titolare del negozio «Revival Factory» con il fratello e un amico. L'idea è nata quasi per gioco e proprio sui social. «Abbiamo aperto una pagina Instagram nel 2018 in cui presentavamo foto di capi di abbigliamento vintage per farli conoscere e venderli. Li andavamo a scovare nei mercatini, li mettevamo a nuovo, curavamo noi stessi la spedizione e regalavamo gadget per fidelizzare i clienti» racconta Sara. L'idea funziona, la clientela cresce ed anche le vendite. Il vintage fa breccia tra i ragazzi. 

Il passo successivo è l'apertura del punto vendita a Torrione. «È stato uno dei primi negozi vintage, ci siamo rivolti a dei fornitori specializzati per una maggiore garanzia di qualità dei capi e per una loro migliore igienizzazione. Non riuscivamo più a fare tutto da soli essendo aumentata la merce da vendere rispetto all'inizio - racconta Sara - Abbiamo trovato anche idee nuove, dando spazio ad esempio a giovani creatori di gioielli a cui abbiamo destinato un angolo del nostro negozio». Tutto sembrava andare a gonfie vele per i tre giovani, ma a rovinare i loro piani è arrivato il Covid. «Avevamo messo in conto che i primi anni sarebbero stati difficili - spiega Sara - Dovevamo recuperare le spese iniziali per l'avviamento del negozio, avevamo dunque preventivato dei sacrifici in questa prima fase di lavoro. Ma il Covid ha cancellato ogni nostro sforzo». Prima la chiusura per il lockdown, poi la riapertura e la ripartenza tra mille ostacoli e difficoltà. «Ci hanno dato i ristori per carità, ma purtroppo non sono bastati e quando abbiamo riaperto il negozio ci siamo accorti che non era la stessa cosa perché erano diminuite la clientela e soprattutto le possibilità economiche. Insomma la gente spende di meno», spiega la giovane venditrice. Da tutte queste considerazioni è derivata la decisione di cambiare nuovamente e di puntare tutto sul web con il sito www.revivalfactory.com. «Abbiamo capito che non ne vale più la pena di tenere aperto il negozio, soprattutto per le spese fisse di fitto e di utenza. Già quest'estate abbiamo aperto il sito on line, ora la decisione di trasferire tutta la vendita sul web anche perché tenere le due cose insieme è difficilissimo. Allora abbiamo scelto l'on line. Ci dispiace molto dire addio ai nostri clienti dal vivo ma è anche una nuova sfida da iniziare» conclude Sara. 

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Il Mattino