Accetta l'amicizia su Facebook di un uomo francese che, almeno dalle foto del profilo, appare di bell'aspetto e molto raffinato. Ma dalle semplici chat si arriva a...
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«Sono stata contattata da un bellimbusto francese. Abbiamo iniziato a chattare - ha raccontato la donna - ma poi si è andato oltre. Ci siamo scambiati foto spinte, hard». Poi quell'uomo scompare. «Sono stata contattata da una donna da un paese africano». Sono iniziato i ricatti. «Mi ha mandato le foto hard che ci eravamo scambiati - continua nel suo racconto - Mi disse che le avrebbe mandate ai miei parenti e a tutti i miei i contatti. Le avrebbe messe pure su Fb e Youtube. La richiesta per distruggere tutto è stata di novemila euro». La signora terrorizzata e in crisi di panico si è fatta prestare i soldi ed ha pagato su una banca on line. Ma non è bastato. Dopo 15 giorni il ritorno alla carica. La donna misteriosa non più dal Senegal, ma dalla Spagna questa volta, dice che i soldi non sono arrivati e comunque non bastano. «La signora, di nuovo in preda a disperazione, non avendo più la possibilità di pagare, convinta che ormai sarebbe stata vittima di estorsione a vita, si rivolge a noi» spiega l'avvocato Alfonso Senatore. Da qui la denuncia alla polizia postale e l'avvio di un'indagine. «Abbiamo mantenuto i contatti con la scusa che la signora aveva bisogno di tempo per racimolare i soldi. Ma le hanno dato solo tre giorni di tempo, scaduti i quali sono scomparsi». La prima banca on line è scomparsa. Ha chiuso il contatto. Dove sono finiti i nove mila euro?
LA RETE
La speranza ora è di riuscire a stanare i truffatori anche attraverso altre denunce di persone finite nella rete di falsi amanti. «Purtroppo è un fenomeno dilagante - ha spiegato l'avvocato Alfonso Senatore - ed è bene mettere in guardia i tanti che navigano su internet. Dietro finti profili si nascondono veri e propri truffatori senza scrupoli. Con ogni probabilità si tratta di una vera e propria banda di specialisti». Per fortuna ora la signora cavese sembra essere uscita da un tunnel grazie alla forza di denunciare.
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Il Mattino