«Dopo aver passato due notti con problemi respiratori sembro invecchiato di 10 anni. Combatto con raffreddore e tosse e credetemi, perdere l’olfatto e il gusto non...
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Settimane addietro, quando Carlo si ammala, le sue condizioni peggiorano nel giro di ore. Non respira bene e si rivolge ai centralini messi a disposizione per l’emergenza sanitaria. «Anche qui la sanità ti segue telefonicamente, la prima diagnosi e l’assistenza avviene così: mi hanno inviato il dottore solo nel momento in cui hanno appurato che stavo davvero male». Positivo il tampone. Oggi per il 31enne è già trascorsa la seconda settimana di cure e quarantena, ore difficili, in sofferenza, trascorse in casa insieme ai suoi piccoli in netta ripresa. «Ne sto uscendo piano piano – racconta – la cosa importante è che i miei due angeli stanno bene e che io sono riuscito a curarmi rimanendo accanto a loro. Devo riconoscere di essere stato monitorato telefonicamente in modo egregio. Nonostante le linee telefoniche fossero bollenti, ho sempre trovato massima disponibilità da parte dei medici che mi hanno seguito passo passo e dei centralinisti a disposizione h24. Ma non smetterò mai di ripeterlo: state a casa, se avete voglia di una boccata d’aria spalancate la finestra». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino