A Pozzuoli, presso il sito archeologico di Cuma, gli otto produttori che, due anni fa, hanno dato vita alla Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo hanno inaugurato la...
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A testimonianza della grande volontà di fare rete e puntare allo sviluppo e valorizzazione del territorio in senso ampio c’è stata la scelta di unire storia, cultura, archeologia e enogastronomia in unico momento ospitando al tour la stampa, addetti del settore e buyer presso la Città Bassa, parte del sito archeologico di Cuma, uno dei luoghi simbolo della terra ardente e cornice singolare per i numerosi campi piantati a pomodoro. «Il parco accoglie con grande interesse l’attività di promozione dell’Associazione Pomodoro Cannellino Flegreo, che tra l’altro, valorizza un prodotto tipico coltivato anche all’interno del Parco Archeologico di Cuma», spiega Fabio Pagano, neo direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegre ribadendo che: «Il sito archeologico di Cuma rappresenta un eccezionale contesto naturalistico che conserva importanti tracce del paesaggio agrario e forestale flegreo, offrendo al visitatore un’esperienza singolare. Tra gli obiettivi prioritari del Parco rientra la salvaguardia e la valorizzazione di questo patrimonio, favorendo progetti di sostenibilità e occasioni di sviluppo territoriale». Questa congiunta azione di marketing territoriale capace di mettere a sistema una filiera interessata a promuovere l’agricoltura, le tradizioni, la cultura come l’economia ha visto protagonisti anche pizzaioli e chef attivi sul territorio che hanno già scelto il prodotto per le proprie preparazioni.
All’incontro sono intervenuti i pizzaioli Federico Guardascione de Il colmo del pizzaiolo e Francesco Cristiano dell’Antica pizzeria da Gennaro a Bagnoli affiancati da tanti chef che hanno declinato il pomodoro dall’antipasto al dolce come: lo stellato flegreo Angelo Carannante di Caracol, Agostino Malapena di Costanzo, Antonio Sorrentino e Enzo De Angelis executive chef di Rosso Pomodoro, Bruno Esposito di Da Fefè, Luigi Colandrea dell’Agriturismo Don Salvatore, Marco Malaspina di Akademia, Michele Grande de La Bifora e Gianluca Ranieri della pasticceria Ranieri.
In abbinamento agli assaggi il Piedirosso e Falanghina dei Campi Flegrei di Agriflegrea, il Bloody Cannellino del barmanager Gennaro Ranieri di Akademia e infine le birre artigianali Kýmē anche in versione fruttata al mandarino, alla mela annurca e alla percoca puteolana, il tutto coltivato nei frutteti e agrumeti attigui all’Acropoli di Cuma. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino