Il bianco Natale dei TheRivati: «Troppo silenzio sulla cocaina» Video

Una scena del videoclip "Cocaina" dei TheRivati
Il brano lanciato dai TheRivati per questo Natale 2018 è dedicato alla neve, ma non a quella che “scende giù dal ciel, lieve”. Quella di cui canta lo...

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Il brano lanciato dai TheRivati per questo Natale 2018 è dedicato alla neve, ma non a quella che “scende giù dal ciel, lieve”. Quella di cui canta lo storico gruppo funk napoletano è la “neve” che invece sale su dal naso e arriva direttamente al cervello per sconvolgerlo e prenderne il controllo. Infatti, s’intitola proprio “Cocaina” il videoclip lanciato in Rete lo scorso weekend e che sta riscuotendo un discreto successo sui social network. Certo, il tema non è proprio natalizio, ma è proprio durante i periodi di festa che l’assunzione di questa sostanza stupefacente aumenta, considerato che ai consumatori abituali si aggiungono quelli occasionali, persone convinte che un po’ di polvere bianca aiuti a divertirsi senza gravi conseguenze.

 

Dunque, i TheRivati scelgono di raccontare l’altro Natale, quello degli eccessi e della trasgressione, un aspetto troppo spesso taciuto. Nel videoclip, che è un cartone animato, quasi una tradizione per questa band nata nel 2008, il protagonista partecipa a una cena, dove si ritrova a tavola con degli sconosciuti con cui condivide solo una cosa: il vizio della cocaina. Una situazione tutt’altro che fuori dal comune ma di cui si parla sempre poco: «Ormai la cocaina è diffusa ovunque, in tutti gli ambienti, da quelli borghesi a quelli più popolari - afferma Paolo Maccaro, frontman del gruppo -. Noi non abbiamo fatto altro che descrivere, nella canzone, una serata tipo di un consumatore, con lucidità e cinismo, come se fosse una scena infernale: “dimme l’inferno addò stà sì ccà fa cavero già”». Poi spiega: «Ne volevamo parlare, perché esiste e se ne parla troppo poco a nostro avviso. La cocaina è una sostanza molto potente e pericolosa, bisogna saperlo che una volta provata non è facile rifiutarla come diciamo nel ritornello: “ma comme faccio pe’ n’ ascì, staje sempe dinto ‘a capa mia…”».
 
Dissacrante e provocatoria anche la copertina scelta per il brano, disegnata dall’artista Gesus Teisseyre, che raffigura una famiglia raccolta intorno a un albero di Natale i cui membri appaiono stravolti dagli effetti della droga. Il sound della canzone, poi, è funk ma non regolare: duro e cattivo, sembra voler descrivere in musica gli effetti della sostanza.
   

Il brano fa parte del progetto “Non c’é un cazzo da ridere (la serie)”, un progetto audio/video iniziato a settembre 2018 e che si concluderà con l’uscita del nuovo disco “Non c’è un cazzo da ridere (l’album)” a Marzo del 2019. A breve, invece, il 22 dicembre alle ore 22, la band suonerà live allo Smav di Santa Maria a Vico (Caserta) in Via Ferdinando 1° d'Aragona, 38. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino