Il ritorno di Rocco Hunt: «Scusate lo sfogo, ricomincio da me»

Il ritorno di Rocco Hunt: «Scusate lo sfogo, ricomincio da me»
Per tre giorni e mezzo Rocco Hunt non mi ha risposto al telefono, nemmeno suo padre, Giovanni Pagliarulo, era raggiungibile. Il suo storico manager, Agostino Migliore, alias...

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Per tre giorni e mezzo Rocco Hunt non mi ha risposto al telefono, nemmeno suo padre, Giovanni Pagliarulo, era raggiungibile. Il suo storico manager, Agostino Migliore, alias Chief, non sapeva come spiegare quel post che diceva più o meno «fermate il mondo, voglio scendere». E tutti i rapper e i colleghi compulsati non riuscivano ad essermi di aiuto nel comprendere il caso: l'avevano lasciato felice, sabato aveva duettato con Jovanotti davanti a 35.000 persone a Castel Volturno, tutti ci aspettavamo per settembre/ottobre massimo il suo nuovo album, già annunciato/stimolato da almeno un paio di singoli.


Tre giorni e mezzo dopo squilla il cellulare: «Fede, scusami se sono rimasto in silenzio, ma lo sfogo era vero ed è servito, anche a far scoprire a me l'amore che i fan e molti amici e colleghi hanno per me», mi spiega il ventiquattrenne salernitano ancor prima di postare, sempre sulla sua pagina Instagram, il messaggio con cui comunica la decisione di tornare sui suoi passi, di non mollare, come annunciato, il mondo della musica.
 
Insomma, Rocchino, che cosa è successo?
«Non ce la facevo più, forse ho esagerato, sono stato impulsivo, non credevo di finire in prima pagina o nei titoli dei tg».

Beh un ragazzo di 24 anni che decide di scendere dalla giostra non si vede tanto facilmente.
«Sono tre anni che lavoro al mio album e in questi tre anni ho collaborato a hit e tormentoni di altri. Sono tre anni, che per un motivo o per l'altro, questo mio album veniva bloccato, rimandato, fatto slittare. È pronto, copertina compresa, l'avevo detto anche dal palco del beach party, ma... invece lo rimettevano in dubbio. Così...».

Così hai deciso di vomitare via social.
«Il mio sfogone ha sbloccato l'album».

Ora diranno che ti volevi fare pubblicità.
«Se qualcuno lo pensa ben mi sta, anche se dopo Jovanotti questa roba mi sembra poco utile. Ma io ho tirato fuori la rabbia che avevo e... mi sono accorto che stava succedendo qualcosa di non programmato, di enorme. Devo chiedere scusa a chi mi ascolta, a Salerno, a maestri come Enzo Avitabile, a colleghi come Clementino... Ho sorpreso tutti, forse li ho persino spaventati. Mio padre ha dovuto spegnere il telefono per tre giorni, mi ha detto: Che cazzo fai?. Il mio staff non sapeva niente, ho gettato tutti nel casino e mi sono nascosto. Avevo la gente sotto casa che voleva sapere che cosa stavo passando».

E allora?
«E allora eccomi: anche l'affetto avvertito, anche la paura di restare davvero senza musica, senza i miei versi, senza il palcoscenico mi hanno fatto tornare indietro. Non mollo niente, anzi raddoppio: ora so che il mio nuovo disco uscirà».

Quando?
«La data manca, ci incontreremo a breve, ma ho convinto i miei discografici, non capivano quanta frustrazione portavo dentro, ora ci siamo parlati, chiariti. Ho vissuto i giorni più brutti della mia vita e li ho provocati io, ma forse ho anche preparato la strada ai giorni più belli della mia vita».

Oggi è di nuovo «'nu juorno buono», allora?
«Certo, non devo staccare il cellulare, non devo restare nascosto in casa, non devo temere di aver perso la musica. Forse ho agito in maniera irrazionale, ma, in fondo, ho 24 anni, ho pensato di poter usare un social come tutti i miei coetanei, senza badare troppo alle conseguenze. Se ascolto i messaggi registrati sul mio telefonino, ormai intasato, se leggo quello che ragazzi di ogni angolo d'Italia mi hanno scritto in rete... beh capisco di essere amato, la mia era anche paura di sprecare tutto questo amore, il lavoro che avevo fatto, diviso con chi ha creduto in me sin dagli esordi, con chi mi segue con passione».

La sincerità si paga nello showbiz.
«Lo so, sono stato troppo sincero con il primo post e forse anche con il secondo, avrei dovuto aspettare ancora, far crescere l'attesa, ma... qualcosa mi stava mangiando vivo. Chiedere scusa, dire che il mio errore è servito mi sembra la cosa più giusta da dire e fare».

Pentito?
«No, ma questo non vuol dire che lo rifarei».

Tutto torna come prima? O ci saranno strappi, cambiamenti di casa discografica.
«Ricomincio da me, dai miei versi, dall'hip hop, dal mio pubblico, dal disco che uscirà. Ho un contratto discografico e non cambia nulla su questo fronte, mantengo gli impegni presi per quest'estate e riparto a tutto gas: per me, per i miei cari, per chi mi ascolta, per chi lavora con me, per la mia terra».

«Questo posto non deve morire/ la mia gente non deve partire/ il mio accento si deve sentire», allora.
«Ancora e per sempre, spero».

Prossimo appuntamento?

«Avrò un incontro molto importante e... dopo sarà tempo di nuovi suoni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino