Avellino ai raggi X: i numeri di una stagione flop

La stagione conclusa è la peggiore con D'Agostino alla guida della società

D'Agostino
Oltre centomila euro per ogni punto conquistato. L'Avellino è pronto ad affidarsi a Giorgio Perinetti per provare a rendere il rapporto tra investimenti e risultati...

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Oltre centomila euro per ogni punto conquistato. L'Avellino è pronto ad affidarsi a Giorgio Perinetti per provare a rendere il rapporto tra investimenti e risultati direttamente proporzionale, per invertire la direzione della parabola che ha caratterizzato le tre stagioni e mezzo della gestione D'Agostino.

Dal decimo posto da subentranti alla IDC, con l'eliminazione al primo turno dei playoff contro la Ternana nella stagione 2019/2020, i lupi hanno spiccato il volo fino al terzo posto e alla semifinale degli spareggi promozione persa contro il Padova il 9 giugno 2021. Poi è iniziata una discesa costante: quarto posto, grazie anche all'esclusione del Catania, nella stagione 2021/2022 e fuori al secondo turno della fase del girone dai playoff contro il Foggia (1-2); anonimo quattordicesimo posto, diventato umiliante certezza, lo scorso 23 aprile.

Dai 50 punti conquistati da Ignoffo e Capuano, passando per i 68 del primo anno con Braglia ai 64 totalizzati da Braglia e Gautieri, fino ad arrivare ai 43 messi insieme da Taurino e Rastelli.
La matematica non è un'opinione. Quando si incrocia con l'economia rende ancor più impietosa l'applicazione di una lente di ingrandimento sulle cifre che un fallimento sportivo lascia in eredità. E sì perché proprio dividendo il valore di mercato dei calciatori acquistati nell'ultima stagione, pari a 5,53 milioni di euro, per il numero di punti in classifica viene fuori l'estrema sintesi di un progetto che rischia di diventare insostenibile: se un punto vale 128mila euro, allora, il gioco non vale la candela, vuol dire che più di qualcosa non ha funzionato e non sta funzionando e il paragone con le statistiche degli anni precedenti lo rende ancor più evidente.

Il valore di mercato dei calciatori acquistati nella stagione 2019/2020 è di 2,75 milioni di euro: un punto ogni 55mila euro, sette punti in più dei 43 della scorsa stagione con un rapporto valore dei cartellini/punti di meno della metà. Un dato non marginale pure tenendo conto che l'Avellino dell'epoca non navigava nell'oro, anzi, veleggiava verso l'ennesimo fallimento se non fosse stato per l'avvento dei D'Agostino; la riprova che nel calcio è fallace il binomio "più spendi più vinci".
Serve, piuttosto, competenza e programmazione per trovare la quadratura del cerchio.
Nella stagione 2020/2021 i punti conquistati sono stati addirittura 25 in più rispetto al torneo di Lega Pro appena concluso e, a fronte di un valore di mercato dei calciatori acquistati di 5,03 milioni di euro, ogni punto è "costato" solo 73,9mila euro.
La continuità è la chiave per costruire un gruppo affiatato, con più chance di affermarsi sul campo, che impatti meno sui bilanci. Sintomatico che Rizzo e Pizzella siano gli unici a essere "sopravvissuti" alle rivoluzioni tra il 2019 e il 2022; Pane e Tito dal 2020 in avanti.

Eppure, dopo aver sfiorato la Serie B, conservando parte della rosa e innestando "solo" 19 tesserati nella stagione 2021/2022 i punti conquistati sono stati solo 4 in meno: valore di mercato dei calciatori acquistati pari a 3,37 milioni di euro, un punto ogni 52,6mila euro. Sacrificando costantemente agli introiti garantiti dal minutaggio sull'altare dell'esperienza, l'età media della rosa biancoverde è, intanto, gradualmente salita: da 23.2 a 23.8 e 24.7 fino agli attuali 25.3 anni. Ma non serve transfermarkt.it per capire che se nella scorsa stagione il valore di mercato dei calciatori acquistati (5,53 milioni di euro) e della rosa (5,34 milioni di euro) sono pressoché identici, il patrimonio di un organico con tanti giocatori di proprietà si sta svalutando proprio per colpa dei risultati. All'epoca della IDC il valore della rosa era di 3,73 milioni di euro, è lievitato a 5,49 nella stagione 2020/2021 e in quella 2021/2022 ha toccato il massimo di 6,24. I numeri non mentono: solo scelte oculate permetteranno di evitare all'Avellino di non essere un'azienda a perdere.
 

 

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Il Mattino