Tracce di tregua non ce ne sono. Non in casa Us Avellino 1912. La tempesta rimane eccome e non c'è segno di calma, anzi. Dopo le accuse durissime di Nicola Circelli e...
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Se Nicola Circelli si è esposto, anche troppo, accusando Martone e soprattutto Izzo di non aver mantenuto una serie di promesse e impegni economici, il presidente sceglie la linea del silenzio. Niente interviste, parole, a microfoni spenti, dosate con molta attenzione e la volontà di fare i fatti. L'imprenditore di Montesarchio potrebbe anche garantire per i soci zoppicanti alla Covisoc, ma questo non risolverebbe i problemi visto che la società resterebbe composta sempre dagli stessi uomini. Ed allora quale è la strategia? Probabilmente quella di aspettare le mosse dell'avversario, per poi portarlo dove Izzo vuole, ovvero a prendersi la maggioranza delle quote, per poi gestire l'Us Avellino in modo totalmente diverso. Nella giornata di ieri il presidente ha fatto un giro in città, tra l'altro aveva anche appuntamenti con imprenditori amici, ed in qualche bar si è confrontato anche con alcuni tifosi che ha incontrato. Il succo della discussione è che Izzo ha le idee chiare, sa come risolvere il problema e si rende conto del valore che ha il club biancoverde, non economico ma affettivo e di identità, ma è anche consapevole del malumore dei supporter, della loro stanchezza e delle loro paure, per cui possibili contestazioni sarebbero più che comprese e accettate. Tra l'altro a Izzo non sarebbe piaciuto lo sfogo di Martone visto che il suo stile è quello di non rispondere alle accuse ma di fare i fatti.
Il 31 gennaio prossimo poi ci sono 143mila euro da versare all'amministratore giudiziario della Sidigas, Francesco Baldassare. Ebbene ci potrebbe essere anche la richiesta di una proroga per rivedere la due diligence ed in attesa di chiarire la situazione tra Izzo e Circelli. Per ora però all'amministratore delegato della Sidigas non è arrivato nulla di ufficiale, ma Scalella sarebbe pronto a venire incontro all'Avellino, a meno che non si tratti di un tempo troppo lungo. Senza dimenticare che in quella data finisce anche il calciomercato e che per ora dell'attaccante non c'è assolutamente traccia. Per non parlare del pagamento degli stipendi previsti per il 16 febbraio, altrimenti si becca una penalizzazione da un punto a quattro. Chi pagherà? Difficile stabilirlo in questo momento di assoluto caos.
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Il Mattino