Insultato su uno striscione affisso al Maschio Angioino, fischiatissimo al suo ingresso in campo. È stato un ritorno di pesanti contestazioni quello di Maurizio Sarri a...
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I fischi per Sarri erano stati fortissimi al San Paolo già all'annuncio del suo nome da parte dello speaker, che ha atteso qualche secondo prima di proseguire la lettura. Poi i 40.000 del San Paolo lo hanno accolto fisicamente in campo con fischi assordanti, dopo che già ieri alcuni tifosi lo avevano atteso davanti all'hotel che ha ospitato la Juventus per contestarlo. Lui, Sarri, che aveva confessato di essere tifoso del Napoli, è entrato in campo indifferente, andando ad abbracciare Gattuso prima di sedersi in panchina, dove lo attendevano quasi tutti i fotografi, assiepati stavolta davanti alla panchina ospite.
Il passaggio ai bianconeri è considerato un tradimento, più di quello di Higuain, che pure è stato pesantemente fischiato a ogni tocco di palla, e a nulla sono valsi i tentativi di stemperare l'ambiente anche da parte di Gattuso che nel prepartita a chi gli chiedeva di Sarri non aveva voluto sentir parlare di tradimento, elogiandolo come un professionista e «uno dei migliori allenatori del mondo». E l'acredine non c'è nello spogliatoio azzurro, come ha sottolineato nel pregara Callejon: «Sarri - ha detto - ci ha dato tre anni bellissimi ma ora è alla Juve. Cercheremo di batterlo». Tre anni con 98 vittorie su 148 partite e un gioco che aveva fatto innamorare il San Paolo. Ma quel passaggio in bianconero i napoletani non glielo perdoneranno mai. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino