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Se le mani di un calciatore invece di finire al cielo finiscono tra i capelli vuol dire che qualcosa è andato storto. E la fotografia di cosa non abbia funzionato nel mercato del Napoli è nella reazione di Lindstrom al clamoroso gol fallito contro il Barcellona. Un errore che è anche un fermo immagine, che immortala una situazione, una gestione, un insieme di scelte sbagliate. E la colpa non è solo di Jens Cajuste, Natan e Jesper Lindstrom. Chiedere a tra giocatori normalissimi di tirare fuori i superpoteri sarebbe eccessivo.
Il Napoli scudettato aveva una priorità assoluta: trovare un sostituto di Kim. Il coreano era con la valigia da tempo e si aspettava solo la squadra giusta che si presentasse dalle parti di Castel Volturno a pagare l'intera somma della clausola. Nel frattempo il club non si è minimamente preoccupato di trovare il suo erede. Preso alla sprovvista, come se l'addio di Kim fosse piovuto come un fulmine a ciel sereno, lo scouting azzurro ha tirato fuori dal cilindro del calciomercato il coniglio brasiliano.
Morale della favola, prima Garcia, poi Mazzarri e ora Calzona si sono ritrovati con tre centrali abili e arruolabili: Ostigard, Rrahmani e Juan Jesus, ovvero l'usato garantito. Un bel problema che oggi il Napoli sta pagando con interessi smisurati. Lo dicono i numeri: da quando è arrivato Calzona sulla panchina azzurra è stato incassato sempre almeno un gol e le reti subite in campionato dopo 28 giornate sono già 32 (più di una a partita). Medie sconsolanti per una squadra che fino alla scorsa primavera sembrava un orologio perfetto. Ma siccome le disgrazie non arrivano mai da sole, il mercato estivo ha portato in azzurro altri due calciatori: Cajuste e Lindstrom. Il mediano svedese ha messo insieme poche presenze e tanti errori, al punto tale da finire ai margini di una rosa che soprattutto a centrocampo si è riscoperta più corta che mai. Lo confermano le scelte di gennaio, quando la dirigenza ha deciso di investire su Traoré e Dendonker (altri due mediani) per rinfoltire un organico troppo ridotto in quella zona nevralgica del campo.
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Il Mattino