Napoli, da Lindstrom a Cajuste, le scelte folli di un mercato che non ha mai inciso

E Natan e Dendonker sono oggetti misteriosi

Lindstrom dopo l'errore
Lindstrom dopo l'errore
di Bruno Majorano
Giovedì 14 Marzo 2024, 09:54 - Ultimo agg. 17:09
4 Minuti di Lettura

Se le mani di un calciatore invece di finire al cielo finiscono tra i capelli vuol dire che qualcosa è andato storto. E la fotografia di cosa non abbia funzionato nel mercato del Napoli è nella reazione di Lindstrom al clamoroso gol fallito contro il Barcellona. Un errore che è anche un fermo immagine, che immortala una situazione, una gestione, un insieme di scelte sbagliate. E la colpa non è solo di Jens Cajuste, Natan e Jesper Lindstrom. Chiedere a tra giocatori normalissimi di tirare fuori i superpoteri sarebbe eccessivo.

Il Napoli scudettato aveva una priorità assoluta: trovare un sostituto di Kim. Il coreano era con la valigia da tempo e si aspettava solo la squadra giusta che si presentasse dalle parti di Castel Volturno a pagare l'intera somma della clausola.

Nel frattempo il club non si è minimamente preoccupato di trovare il suo erede. Preso alla sprovvista, come se l'addio di Kim fosse piovuto come un fulmine a ciel sereno, lo scouting azzurro ha tirato fuori dal cilindro del calciomercato il coniglio brasiliano.

Morale della favola, prima Garcia, poi Mazzarri e ora Calzona si sono ritrovati con tre centrali abili e arruolabili: Ostigard, Rrahmani e Juan Jesus, ovvero l'usato garantito. Un bel problema che oggi il Napoli sta pagando con interessi smisurati. Lo dicono i numeri: da quando è arrivato Calzona sulla panchina azzurra è stato incassato sempre almeno un gol e le reti subite in campionato dopo 28 giornate sono già 32 (più di una a partita). Medie sconsolanti per una squadra che fino alla scorsa primavera sembrava un orologio perfetto. Ma siccome le disgrazie non arrivano mai da sole, il mercato estivo ha portato in azzurro altri due calciatori: Cajuste e Lindstrom. Il mediano svedese ha messo insieme poche presenze e tanti errori, al punto tale da finire ai margini di una rosa che soprattutto a centrocampo si è riscoperta più corta che mai. Lo confermano le scelte di gennaio, quando la dirigenza ha deciso di investire su Traoré e Dendonker (altri due mediani) per rinfoltire un organico troppo ridotto in quella zona nevralgica del campo. Dalla padella alla brace, però, visto che Traorè è arrivato a Napoli in clamoroso ritardo di condizione, mentre Dendonker ha collezionato la bellezza di 3 presenze per un totale di 21 minuti in serie A in 8 convocazioni (2,625 minuti di media virtuale). Abbastanza utile, evidentemente, da convincere Gianluca Gaetano a emigrare al Cagliari dove da quando è arrivato ha giocato 6 partite e segnato 3 gol.

E poi c'è Lindstrom. È arrivato dall'Eintracht Francoforte per 30 milioni di euro e ha messo insieme fino a oggi 475 minuti tra campionato e coppe. Facendo due conti: sarebbero circa 5,2 partite (da 90 minuti) e per tanto ogni partita di Linstrom è costata fino a oggi al Napoli circa 6 milioni di euro. Non male per un giocatore che ha messo a referto zero gol e zero assist. Come se non bastasse, nessuno tra i tre allenatori che si sono avvicendati in questa stagione a Napoli ne hanno trovato una collocazione tattica definita. La ciliegina sulla torta è stata la clamorosa occasione fallita contro il Barcellona, quando con quel colpo di testa a due passi dalla porta catalana ha sprecato il pallone che poteva valere il pareggio. Periodo ipotetico, appunto. Ma che fotografa alla perfezione la definitiva bocciatura di un mercato che non ha portato nulla al disastroso Napoli di questa stagione.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA