Un miliardo e mezzo di mascherine in mare: la pandemia genera otto milioni di tonnellate extra di residui plastici

Milioni di mascherine finiscono in mare: la pandemia ha generato otto milioni di tonnellate extra di residui plastici
Scienziati cinesi e statunitensi hanno calcolato che la pandemia ha generato 8,4 milioni di tonnellate in più di rifiuti di plastica, quali forniture ospedaliere,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Scienziati cinesi e statunitensi hanno calcolato che la pandemia ha generato 8,4 milioni di tonnellate in più di rifiuti di plastica, quali forniture ospedaliere, articoli di protezione come mascherine, guanti e schermi facciali. Come avvertono nel loro studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, gran parte di questo materiale è finito in mare e nel giro di pochi anni raggiungerà le spiagge e le zone costiere.

Secondo gli specialisti della Nanjing University, Cina, e dello Scripps Institute of Oceanography, Usa, questa situazione «pone un problema duraturo per l'ambiente oceanico», motivo per cui chiedono una «migliore gestione dei rifiuti sanitari negli epicentri della pandemia e soprattutto nei paesi sviluppati».

Secondo i loro calcoli, l'anno scorso circa 1,56 miliardi di mascherine sono finite nei mari, il che ha anche aumentato le minacce per gli animali che le mangiano o vi rimangono intrappolati.

Per stimare la quantità extra di plastica generata dalla pandemia, i ricercatori hanno preso in considerazione una serie di dati, come statistiche sulla popolazione, produzione di mascherine, casi di coronavirus, test, ricoveri e rapporti finanziari delle principali aziende del commercio elettronico degli Stati Uniti. 

In questo modo, hanno calcolato che, entro la fine di agosto di quest'anno, 193 paesi avevano generato circa 8,4 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica legati alla pandemia. Di questi, l'87,4% è stato generato dagli ospedali, mentre i dispositivi di protezione individuale utilizzati dalla società hanno rappresentato il 7,6% del totale e gli acquisti su Internet hanno prodotto il 4,7%. I kit dei test, invece, hanno generato solo lo 0,3% dei rifiuti totali.

Secondo lo studio, il continente che ha prodotto la maggior parte dei rifiuti è l'Asia, con circa il 46%, seguita dall'Europa, 24%, e dal continente americano, 22%.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino