Infermiera aggredita in ospedale:
«Muoviti o ti spacco la faccia»

Infermiera aggredita in ospedale: «Muoviti o ti spacco la faccia»
di Antonello Plati
Mercoledì 6 Febbraio 2019, 08:26
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È ancora caos al Pronto soccorso di Avellino. Ieri mattina un altro episodio di violenza ai danni del personale in servizio. A subire l'aggressione, culminata con uno strattonamento, un'infermiera del triage sulla quale si è accanito, prima verbalmente poi passando alle vie di fatto, un parente di un paziente in attesa di accettazione. Per l'infermiera un grosso spavento, nessuna ferita grave, e una prognosi che per due giorni la terrà lontana dal posto di lavoro. «Questa è la nostra quotidianità», dice la donna che preferisce restare anonima. «Gli infermieri e gli operatori sociosanitari sono sottoposti a continue aggressioni verbali da parte degli utenti e questo aumenta lo stato di stress che già caratterizza il nostro lavoro».
 
Sull'accaduto, l'infermiera racconta: «Un adolescente è giunto al Pronto soccorso accompagnato dalla mamma. Stavamo procedendo alla registrazione per l'accesso: non era un caso grave. Mentre stavamo per completare le operazioni è arrivato un uomo, lo zio del ragazzo, che ha inveito contro di me dicendomi di fare presto e di registrare il ragazzo con codice rosso». Dalle parole ai fatti. «Muoviti o ti spacco la faccia», avrebbe ripetuto più volte l'aggressore. Quindi l'infermiera si sarebbe rifugiata all'interno degli ambulatori: «Non so come abbia fatto, ma l'uomo è riuscito ad entrare e ha continuato a insultarmi poi mi ha spinta: solo grazie all'intervento dei colleghi e della guardia giurata non è successo il peggio». Ancora sconvolta, l'infermiera, che ha deciso di non sporgere denuncia, punta il dito sulla gestione interna del Pronto soccorso: «Siamo pochi e gestiti male. Al triage c'è una sola persona quando dovrebbero essercene almeno due: non si può lavorare in queste condizioni. Siamo stanchi e ci sentiamo abbandonati».

Sulla questione interviene il primario del reparto, Antonino Maffei. «Quanto accaduto è gravissimo: il nostro personale sopporta già turni stressanti e quando manca la comprensione da parte dell'utenza la situazione diventa insostenibile». Maffei conferma, dunque, le difficoltà: «L'organico è sottodimensionato, facciamo quello che è nelle nostre possibilità per cercare di colmare queste ataviche lacune: confidiamo nei nuovi innesti che dovrebbero arrivare a breve». Infatti, come annunciato dal manager Angelo Percopo, al Pronto soccorso dovrebbero presto essere assunti degli infermieri: le unità dovrebbero riportare in quota i paramedici della prima osservazione che in questo momento sono 26 (dovrebbero essere almeno 30) con 12 Oss.

Pochi anche i medici, nel reparto diretto da Maffei ce ne sono 14 in servizio (ai quali si aggiungono i 6 della Medicina d'urgenza) a fronte dei 18 necessari. «Le lamentale dei dipendenti e in molti casi anche quelle dei pazienti sono giustificate», ammette Maffei. «La situazione prosegue il primario è aggravata anche da fatto che molta gente si reca qui da noi mentre potrebbe ricevere assistenza altrove, dai medici di base o da quelli della continuità assistenziale. Questo comportamento congestiona i flussi e determina grosse difficoltà di gestione». Circostanza riconosciuta anche dal direttore generale che ha concesso ai paramedici del Pronto soccorso 26 infermieri e 12 Oss - un'indennità aggiuntiva - definita, appunto, «di disagio».
 
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