Agguato ad Avellino, l'incubo della faida:
la guerra della droga dietro il raid

Agguato ad Avellino, l'incubo della faida: la guerra della droga dietro il raid
di Katiuscia Guarino
Venerdì 21 Agosto 2020, 11:00
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Hanno sparato per uccidere. Un agguato in piena regola. E in pieno giorno. Davanti al Parco Palatucci di Avellino. Da una vettura sono stati esplosi almeno sei colpi all'indirizzo di Francesco Liotti, 34enne del capoluogo, già noto alle forze dell'ordine.

Uno dei proiettili lo ha centrato al volto. Gli ha fratturato la mandibola, provocando anche un foro nella guancia. Nonostante ciò, Liotti è riuscito a mettersi in salvo cercando di trovare riparo nella casa della sorella che abita in zona. Il 34enne era a piedi lungo via Filippo Visconti, la traversa che da via Morelli e Silvati porta al Parco Palatucci. Un fatto grave. Desta ancora più preoccupazione perché avvenuto poco dopo le 12,30 davanti allo spazio pubblico. La ricostruzione è affidata alla Polizia. Che non s'esclude possa individuare nelle prossime ore i responsabili dell'attentato. Si pensa siano almeno due. Ma in quella vettura bianca, dalla quale sarebbero stati sparati i colpi, potrebbero esserci state anche altre persone. Di sicuro, uno alla guida e un altro che impugnava l'arma una calibro 7,65 dalla quale sarebbero stati esplosi i proiettili.

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Gli agenti della Scientifica hanno rinvenuto quattro bossoli sul luogo dell'agguato. Liotti è riuscito a darsi alla fuga dopo i primi colpi, ma gli aggressori lo hanno seguito e hanno premuto ancora il grilletto ferendolo al volto. Poi sono scappati a bordo dell'auto bianca. Secondo una prima ricostruzione, è stata la sorella del 34enne ad allertare i soccorsi. Un'ambulanza lo ha trasportato al Moscati, scortata proprio dal personale della Questura. Poi il trasferimento presso l'unità specialistica maxillo-facciale dell'azienda ospedaliera San Pio di Benevento. Insieme agli agenti della Scientifica, sono immediatamente giunti in via Visconti i poliziotti della Sezione Volanti e della Squadra Mobile. Agli uomini del vicequestore Gianluca Aurilia sono state affidate le indagini. Ascoltate già diverse persone, tra cui la sorella di Liotti. Dall'abitazione della donna pare che il 34enne provenisse a piedi. Sono state acquisite le immagini della videosorveglianza sia pubbliche, sia private che si trovano in zona. Sono quelle del Parco Palatucci, di via Morelli e Silvati e di alcune attività commerciali. Gli agenti hanno continuato a visionare i frame per cercare di intercettare l'auto dei responsabili dell'agguato o altri movimenti sospetti. Per il momento il 34enne non è stato in grado di fornire informazioni utili alle investigazioni per il suo stato di salute. Non corre, comunque, pericolo di vita.

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Si cerca di capire quale sia la motivazione alla base di un agguato di tale gravità. Nulla viene scartato in questa fase delle investigazioni: dal regolamento di conti per una partita di droga (che è la pista principalmente battuta), allo sgarbo a qualche gruppo o esponente criminale, passando per una vendetta personale. Ma per ora si è nel campo delle ipotesi. Circa un mese fa fu data alle fiamme la vettura in uso a Liotti, anche se intestata a un'altra persona. Si valutano collegamenti tra i due episodi. Fu quello il prologo all'agguato di oggi, un primo avvertimento al 34enne?
Nonostante la giovane età, Francesco Liotti si è trovato già coinvolto in vicende note alla cronaca. Finì nell'inchiesta per la morte del giovane Mauro Cioffi, ucciso in via De Concilij.

Ma poi venne assolto. Qualche anno dopo le indagini si indirizzarono su di lui per la gambizzazione del titolare di un bar in viale Italia. La paura ieri mattina è stata notevole per i residenti di via Visconti e via Morelli e Silvati. Gli abitanti della zona hanno udito l'esplosione dei colpi di arma da fuoco. Solo dopo hanno compreso della gravità della situazione, quando hanno visto piombare ambulanza e polizia. 

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