Riprende lo sciopero dei 54 lavoratori Asidep e con esso il blocco della depurazione industriale che nel giro di pochi giorni rischia di mettere in ginocchio gli stabilimenti altirpini. Le maestranze si dicono stremate economicamente e offese nella loro dignità da un comportamento che vede il vertice dell'Asi disattendere agli impegni sottoscritti.
Lo riporta la nota del consiglio della partecipata del Consorzio che denuncia anche «il mancato pagamento degli stipendi arretrati e la mancanza di qualsiasi iniziativa di rilancio del servizio con un piano serio e condivisibile». Dunque, situazione insostenibile e nuova mobilitazione a oltranza. Questa mattina assemblea nella sede di Pianodardine e a seguire sit-in davanti alla Prefettura. La battaglia riparte dalla richiesta di aiuto al prefetto e ai rappresentanti politici provinciali. Sulla questione interviene il segretario della Fiom Cgil, Giuseppe Morsa, che punta l'indice contro il presidente del Consorzio per l'Area di Sviluppo Industriale, Pasquale Pisano.
«Sono trascorsi ormai due mesi dall'incontro in prefettura che sembrava aver indirizzato la vertenza Asidep verso la giusta soluzione - afferma il riferimento sindacale - ma gli impegni presi dall'Asi davanti al prefetto di Avellino, Paola Spena, e a tutti i soggetti interessati a questa vicenda, compreso l'assessore regionale al Lavoro, Antonio Marchiello, non sono stati mantenuti».
«È stato disatteso l'accordo siglato a Palazzo di Governo - continua Morsa - attraverso il quale ognuna delle parti in causa avrebbe dovuto svolgere il proprio compito, per quanto di competenza, dando un contributo alla positiva chiusura di una vicenda che va avanti da circa 2 anni. L'Asi doveva raggiungere un accordo per poter assegnare il servizio alla partecipata della Provincia e pagare gli stipendi arretrati ai lavoratori. L'Asidep avviare il percorso degli ammortizzatori sociali con la richiesta di cassa integrazione per cessazione attività. Mentre la Regione dare il via a un percorso di formazione per le maestranze e, parallelamente, sbloccare i finanziamenti per la ristrutturazione degli impianti. Noi, in qualità di sindacati di categoria, saremmo stati al fianco del braccio operativo del Consorzio e blindato il passaggio di testimone con Irpiniambiente».
E aggiunge: «Niente di tutto ciò è stato fatto e gli unici a garantire le loro prestazioni sono stati proprio i dipendenti, che sono l'anello più debole della catena, rientrati dal precedente sciopero con grande senso di responsabilità». Intanto, si è giunti in una situazione di stallo, con l'Asi che afferma di aver messo il vincolo sulla quota di depurazione nella manifestazione d'interesse pubblicata in ossequio ai dettami del codice negli appalti. Mentre, per Irpiniambiente non c'è alcun obbligo. «A questo punto l'unico escamotage conclude il segretario Fiom - sarebbe quello di utilizzare l'istituto giuridico dell'avvalimento, attraverso il quale l'affidatario si appoggia ad un soggetto terzo con le caratteristiche richieste. Altrimenti si dovrà ripartire da zero ma la depurazione industriale in Irpinia e le maestranze dell'Asidep non possono permetterselo. La Regione, anche da un punto di vista politico, prenda in mano le redini della situazione».