Avellino, appalti nel mirino della Dda:
si teme l'infiltrazione dei clan

Avellino, appalti nel mirino della Dda: si teme l'infiltrazione dei clan
di Gianni Colucci
Lunedì 10 Febbraio 2020, 08:20 - Ultimo agg. 19:25
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Il clan Galdieri infiltrava le pubbliche amministrazioni, a cominciare dal Comune di Avellino, partecipando a gare con un'impresa «pulita» perchè fittiziamente intestata ad altri.È la traccia investigativa su cui si incentreranno gli interrogatori di oggi previsti a Bellizzi e a Tolmezzo (rispettivamente a Renato Freda e Nicola Galdieri).
Opere pubbliche nelle quali le imprese del clan erano direttamente interessate, ma anche appalti vinti e opere eseguite da imprese del clan. Le modalità con le quali si arrivava agli affidamenti sono abbastanza chiari. Le società Ni.re e Gal.fre erano formalmente nelle mani di Renato Freda, non in quelle di Nicola Galdieri, che al massimo ne risultava dipendente. La contestazione del reato di trasferimento fraudolento di valori al fine di agevolare altri nell'elusione del rato di riciclaggio e autoriciclaggio, amplia lo scenario dell'inchiesta sul clan Partenio. Gli interrogatori di garanzia di oggi per Freda e Galdieri serviranno a fare chiarezza su altri punti oscuri della vicenda ricostruita nell'ordinanza di custodia cautelare.
C'è nel mirino un appalto vinto con il Comune di Avellino. Sull'appalto i era aperto un contenzioso in quanto non erano stati effettuati i pagamenti da parte dell'ente a lavori eseguiti.
Nel corso di perquisizioni in un'autorimessa dei Galdieri ad Avellino centro vennero ritrovati assegni circolari e note riferite a lavori effettuati per conto del comune di Avellino. In un caso specifico, come risultava dalla documentazione sequestrata dai carabinieri del nucleo investigativo diretti dal capitano Quintino Russo, una delle aziende fittiziamente gestite da Freda ma in realtà nella mani di Galdieri (Gal.Fre srl e Pe.Fin), vantava circa 140mila euro dall'amministrazione comunale.
L'approfondimento investigativo disposto dalla Dda (gli investigatori, coordinati dal pm Rosa Volpe, Simona Rossi, Henry John Woodcock, Luigi Landolfi) conferma che l'azienda stessa non disponeva né di personale né di mezzi atti a svolgere quell'attività.
Già nel primo decreto dell'autunno scorso il magistrato aveva fatto rilevare come «anomalo il fatto che la Gal.fre potesse accettare il pagamento di 150 mila euro di lavori edili a mezzo di cessione di credito che la Pe.Fin aveva nei confronti del Comune di Avellino. Tale credito risultava maturato a partire dall'anno 2017 ed era stato richiesto un decreto ingiuntivo, divenuto esecutivo nel maggio 2018. In sostanza il credito trasferito alla società Gal.fre risultava essere attivo, in quanto il comune di Avellino, con molta probabilità non avrebbe onorato il debito, viste le gravi difficoltà economiche che stava affrontando».
Si svolgeranno oggi gli interrogatori di garanzia per Renato Freda e Nicola Galdieri, tratti in arresto in esecuzione di una misura cautelare emessa dal gip tribunale di Napoli, Fabrizio Finamore su richiesta dei sostituti della direzione distrettuale antimafia di Napoli, Simona Rossi e Luigi Landolfi. L'interrogatorio di Nicola Galdieri, difeso dall'avvocato Gaetano Aufiero, verrà svolto, per rogatoria, dal gip del tribunale di Udine, presso il carcere di Tolmezzo dove l'indagato è attualmente ristretto dal 14 ottobre scorso con le accuse associazione a delinquere di stampo camorristico, usura, estorsione). Nell'ordinanza bis emessa nei confronti di Nicola Galdieri e di Renato Freda (difeso dall'avvocato Patrizio Dello Russo) considerato dagli inquirenti il prestanome del boss di Mercogliano, sono due i capi d'imputazione mossi nei confronti di questi ultimi: intestazione fittizia di beni e trasferimento fraudolento delle due società Ni.Re e Gal.Fre costruzioni, nonché di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Le misure sono scattate a distanza di quasi 4 mesi dalla convalida dei sequestri delle stesse società di Prata Principato Ultra, con amministratore unico Renato Freda ( e i relativi conti correnti intestati alle medesime società ed aperti presso la Bcc di Flumeri, filiale di Pratola Serra.
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