Avellino, disastro case popolari:
tra fogne ostruite e «rivolte»

Avellino, disastro case popolari: tra fogne ostruite e «rivolte»
di Flavio Coppola
Sabato 19 Dicembre 2020, 08:24 - Ultimo agg. 18:54
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La polveriera delle politiche abitative deflagra definitivamente sulle promesse mancate dell'amministrazione comunale. Miccia innescata in via Tedesco, dove, al posto del trasferimenti nei vicini appartamenti, annunciato per il secondo anno consecutivo dal sindaco Festa, si palesa l'ennesima grana nei vecchi prefabbricati pesanti.

Aspettando l'alloggio promesso, gli inquilini scendono in strada e avviano una drammatica protesta contro l'amministrazione. Succede nel giorno in cui l'altra querelle dei prefabbricati post terremoto, incentrata sul trasferimento di 30 famiglie da via Amatucci a via Imbimbo, finisce all'attenzione della Procura per l'esposto di «Assocasa». È un giorno nero per il Comune ma lo è senza dubbio di più per i residenti dell'hotel del degrado di via Tedesco. Non bastavano le infiltrazioni, la muffa, i topi e in alcuni casi l'assenza dei riscaldamenti. In piena pandemia, c'è pure un vero e proprio allarme sanitario ignorato. Da oltre un mese denunciano i residenti la fogna si è otturata e manda indietro liquami all'interno degli appartamenti e lungo tutto il viale. L'odore è insopportabile all'esterno. La situazione è scioccante in uno degli alloggi che viene mostrato da un'inquilina. Ci sono letteralmente delle feci nel bagno.

La vasca ne è ancora piena.

L'appartamento è abitato dalla signora Katia, che non trattiene le lacrime: Mostra il cellulare e le telefonate. Poi sbotta: «L'amministrazione comunale non risponde, né il sindaco né i suoi assessori. Siamo bestie o esseri umani? Oltre alla mancata consegna degli alloggi vicini, dobbiamo vivere in queste condizioni». E passa in rassegna i raccapriccianti problemi che caratterizzano la sua vita e quella degli altri: «Piove in casa, si allaga tutto e salta la corrente. Le caldaie non funzionano, c'è un freddo che si muore e non ce la facciamo più». E poi le fogne. «Da un mese e mezzo - riferisce - abbiamo questo problema in tutto il viale. Ho le feci in casa, escono fuori dalla vasca e dal water. Chiamiamo continuamente il Comune e ci consigliano a loro volta di chiamare i carabinieri, e poi i vigili e ancora la polizia. Ma tutti tacciono e nessuno si vede. Soprattutto il sindaco di Avellino». La donna è disperata: «Festa, dove sei? Non posso lavarmi né mangiare in casa mia». Un anziano, il signor Giovanni, riferisce di essere un malato oncologico già operato. A casa sua i termosifoni ci sono ma racconta «il riscaldamento non arriva». In un tour tra i liquami, mostra le pozze di melma in giardino, sotto ai balconi e i rivoli di feci che arrivano fino al marciapiede sottostante, inondandolo e degradando verso la strada. La puzza è insopportabile. «Il Comune - spiega - sa benissimo che il problema non è nato oggi. È inutile che facciano scaricabarile, magari perché sono finiti i fondi».

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Le settimane cominciano e finiscono. E nessuno interviene: «Si arriva al venerdì e ci dicono che non c'è il personale. Ma in passato - ricorda l'uomo - non era così. Il Comune rispondeva anche di sabato. Prima Festa veniva qui a bere un caffè dice amareggiato Abbiamo creduto alle sue promesse e l'abbiamo votato. Ora non viene più».

A due passi, i nuovi edifici ancora privi di ascensore e nulla osta della commissione collaudo. Il cantiere è ancora aperto: «Siamo tutti assegnatari - chiosa e se c'era qualche abusivo, è stato sanato. Ma a questo punto non so se ci arriveremo tutti in quelle case o se qualcuno morirà prima». Parole e denunce, insomma, durissime. Per il degrado, per i ritardi, per le promesse mancate. Una donna ricorda l'impegno di Festa per i trasferimenti già a Natale 2019. «Ora siamo a Natale 2020 sottolinea e siamo ancora qui. Sapete da quanto tempo dovevamo preparare l'albero nelle case nuove? Invece incalza l'albero lo vediamo solo da dentro al microfono. Parole, parole e parole. Intanto questi fabbricati ci stanno cadendo addosso». Anche la donna ha problemi di salute e un neonato in casa: «Ho un bambino di 4 mesi che vive nell'umidità». Si vocifera che l'amministrazione potrebbe decidere di consegnare almeno le chiavi prima di Natale. Senza le case. La donna è ironica: «Ce le mettiamo in tasca, così la muffa crescerà anche là».

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