Ciampi chiama l'opposizione:
«Ripartiamo dal bilancio»

Ciampi chiama l'opposizione: «Ripartiamo dal bilancio»
di Flavio Coppola
Lunedì 5 Novembre 2018, 11:00
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Vincenzo Ciampi vuole andare fino in fondo. Ieri, nel giorno della festa dell'Unità nazionale e delle forze armate, il sindaco di Avellino ha provato a chiarire un punto cruciale del suo impegno: «Dire, come ha fatto qualcuno degli oppositori, che mi sono creato in aula l'errore ad arte sul Bilancio per farmelo bocciare dal Prefetto e andare a casa è un atto di estrema malafede. Un fatto becero, di pessimo gusto. Immaginare una sorta di delitto perfetto su una delibera scritta non da noi, ma dal dirigente Marotta, è strumentale e inconcepibile».

Al netto della sua risicatissima pattuglia consiliare, quindi, Ciampi rilancia: «Io sarò sindaco fino all'ultimo giorno». Intanto, tiene ancora banco il clamoroso cortocircuito verificatosi in Consiglio comunale sabato pomeriggio. La delibera presentata all'aula dall'assessore alle Finanze, Gianluca Forgione, se approvata senza una contestuale altra delibera di dissesto o un emendamento (che poi è arrivato), avrebbe determinato la fine dell'amministrazione. Dopo aver indicato il dirigente Marotta quale responsabile dell'atto, ipotizzando addirittura un provvedimento contro di lui, ora il primo cittadino spezza una lancia in suo favore: «Bisogna anche riconoscere che quando è stata realizzata la delibera sul Consuntivo, ad inizio ottobre, l'amministrazione non aveva ancora deciso nulla tra dissesto e pre-dissesto. Quindi, il fatto che il dirigente abbia inserito al suo interno il riferimento all'articolo 188, che richiama la contestualità di un'altra delibera sul ripiano del disavanzo in caso di pre-dissesto, potrebbe essere avvenuto anche in buona fede. La delibera sul dissesto, infatti, è stata approvata in giunta solo dopo, cioè il 2 novembre».
 
Quel che è certo è che il pasticcio poteva costare carissimo al sindaco ed al suo esecutivo, con la caduta dell'amministrazione. Non a caso, dalle opposizioni, erano piovute critiche feroci. Il primo cittadino risponde piccato: «Anche qui si è parlato strumentalmente. Ci si accusa di non aver controllato la delibera ricorda ma perché avremmo dovuto rimuovere prima il riferimento all'articolo 188, senza sapere se poi avremmo deciso per il dissesto?». È pur vero, però, che l' amministrazione avrebbe dovuto pensarci almeno dopo. In ogni caso, superato il primo scoglio contabile, quello del Consuntivo, la strada resta in salita. Divise sulla possibilità di votare anche il dissesto proposto dall'amministrazione, le minoranze al momento concordano su un dato di fondo: questa consiliatura va azzerata, votando la mozione di sfiducia già protocollata.

Ciampi però rilancia il suo mantra sulle maggioranze variabili in aula: «Non avendo noi dei numeri precostituiti, si potrebbe creare di volta in volta una maggioranza sui singoli provvedimenti. Ma questo ribadisce - non vorrebbe dire che ci siano accordi dietro. Quanto alla sfiducia, invece, proporla è un diritto dell'opposizione. Al Comune di Avellino è maggioranza. Se poi votarla farà bene alla città, questo dovranno dirlo i suoi promotori». Dal canto suo, comunque, il sindaco tenta una captatio benevolentiae sottolineando ancora il dato dell'approvazione del Consuntivo 2017: «Anche se in maniera travagliata, il Consiglio comunale ha messo a segno un risultato importante, facendo passare un Bilancio che andava approvato lo scorso aprile. Quando si approva un Bilancio per la città, non ci sono prime donne riflette - e non posso non apprezzare il contributo decisivo dei consiglieri: sia delle opposizioni, che hanno mostrato responsabilità, che del Movimento Cinque Stelle, perché erano estranei a questo consuntivo».
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