Avellino, truffa sui ristori Covid scatta un altro arresto

Agli arresti domiciliari un commercialista

Avellino, truffa sui ristori Covid scatta un altro arresto
Avellino, truffa sui ristori Covid scatta un altro arresto
di Katiuscia Guarino
Sabato 30 Marzo 2024, 09:20
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Truffa sui ristori Covid, nuovo arresto della Guardia di Finanza nell'ambito degli sviluppi di un'indagine avviata mesi addietro e che portò all'arresto di due commercialisti. In manette è finito un altro insospettabile. Si tratta di un 47enne di Avellino, G.L. le sue iniziali. Per lui sono stati disposti i domiciliari. È indiziato di truffa continuata, riciclaggio e autoriciclaggio, relativi a indebite percezioni di fondi pubblici a titolo di contributo e collegati al "decreto Sostegni", emanato in seguito alla pandemia.

Nei suoi confronti, così come di un 41enne (L.S. le iniziali), è stato disposto anche un sequestro preventivo per una somma complessiva pari a 330mila euro.

Il 47enne è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari eseguita dai finanzieri irpini ed emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellino su richiesta della Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini. L'operazione condotta dai finanzieri della Guardia di Finanza di Avellino, guidati dal colonnello Salvatore Minale, rappresenta uno sviluppo delle indagini che lo scorso novembre portarono all'arresto di quattro persone, tra queste anche due commercialisti irpini.

Nell'ambito di quelle indagini si scoprì una truffa sempre sui ristori Covid posta in essere - secondo l'accusa - dai quattro soggetti destinatari delle misure cautelari personali e di un sequestro preventivo per circa un milione e duecentomila euro. I quattro indagati, infatti, attraverso quattro società ad essi riconducibili, nell'anno 2021, avevano beneficiato delle misure di sostegno economico destinate a soggetti colpiti dalla pandemia. Avrebbero presentato istanze di accesso al contributo, nelle quali veniva dichiarata falsamente in base a quanto emerso dalle indagini - una flessione media mensile del fatturato tra gli anni 2019 e 2020, percependo così indebitamente sovvenzioni per un importo complessivo di circa un milione e duecentomila euro.

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Gli ulteriori approfondimenti investigativi che sono stati condotti dai finanzieri del Gruppo di Avellino, attraverso l'esame dei cellulari sottoposti a sequestro e dei flussi finanziari transitati sui conti correnti degli indagati e delle società coinvolte, consentirono di acquisire elementi in base ai quali si accertò che i fondi erogati venivano trasferiti ad un'altra società, riconducibile agli stessi indagati, senza titolo e in assenza anche di documentazione fiscale che comprovava i rapporti commerciali. Fondi trasferiti anche ad altri soggetti, solo ed esclusivamente per ostacolare la tracciabilità e l'identificazione della provenienza. Secondo l'accusa, uno dei due commercialisti coinvolti nell'inchiesta avrebbe agito per ottenere contributi in qualità di socio e amministratore delle quattro società coinvolte nella maxitruffa. Mentre l'altro collega avrebbe inoltrato all'Agenzia delle Entrate le istanze per incassare illecitamente i contributi.

Le domande di rimborso

Dagli ulteriori accertamenti emerse che le società coinvolte avevano presentato, a supporto delle domande per il rimborso, dichiarazioni integrative fiscali ai fini Iva ed imposte dirette, in rettifica di quelle originariamente presentate per gli anni d'imposta 2019 e 2020, nelle quali avevano riportato dati non veritieri, indicando per ogni società un volume d'affari di circa 9 milioni di euro. E ciò - in relazione a quanto scoperto dagli investigatori - per creare e dimostrare artificiosamente una riduzione media del fatturato di circa 750mila euro, tra il 2019 e l'anno successivo. L'operazione condotta ieri dalla Guardia di Finanza rientra nell'ambito di una complessa attività portata avanti dalla Procura della Repubblica di Avellino.

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