«Mi dicevi che non ci saremmo mai lasciate, anche lontane il nostro rapporto avrebbe fatto invidia al mondo intero. Ancora non capisco perché qualcuno abbia deciso di rompere, di spezzare, quelle che eravamo». A dirlo è Daniela Trezza, cugina di Debora Prisco. Un pianto infinito dal pulpito dell'altare del Duomo di Avellino mentre cerca di scandire i passaggi scritti e dedicati alla 17enne deceduta martedì scorso nell'incidente a San Tommaso. Ieri mattina l'ultimo saluto alla dolce e bellissima ragazza di Aiello del Sabato. Un'altra giornata di dolore per familiari e amici di Debora, che ancora non riescono a capacitarsi della tragedia. La vista della bara bianca, il passaggio del carro funebre in città, ha sconvolto la comunità del capoluogo, già sotto choc per quel dramma.
Palloncini bianchi e rosa, un lungo applauso e due striscioni hanno accompagnato l'uscita del feretro dal Duomo. A celebrare la messa don Enzo De Stefano, vicario del vescovo di Avellino. «La famiglia ha bisogno di essere incoraggiata.
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A concelebrare la messa il parroco di Aiello del Sabato, don Carmine Picariello: Bisogna dare speranza e conforto a questa famiglia. Debora continuerà ad essere con noi. Noi della comunità di Aiello ci saremo sempre. Presenti alla celebrazione il sindaco di Avellino, Gianluca Festa con l'assessore Stefano Luongo e il vicesindaco di Aiello del Sabato (nel Comune dove risiedeva la 17enne è stato dichiarato il lutto cittadino), Sebastiano Gaeta. La salma è stata tumulata nel cimitero di Contrada. L'amministrazione comunale partecipa al lutto che ha colpito le famiglie Prisco e Gaeta per la prematura e tragica perdita della carissima Debora. Tragedie di tale portata fanno comprendere la fragilità della vita. L'intera comunità contradese si stringe commossa al dolore della famiglia, dice il sindaco di Contrada, Pasquale De Santis. «Ricordi tutti i progetti che avevamo insieme, con quanta felicità parlavamo del nostro futuro e di tutte le cose che ci avrebbero rese felici: il nostro viaggio di diciotto anni insieme, la nostra vacanza quest'estate, il nostro diploma, la nostra laurea ed essere semplicemente realizzate nella vita? - domanda ancora la cugina Daniela nella lettera letta dall'altare - Ridevamo al solo pensiero di distaccarci da tutti. E poi la promessa a Debora: Ogni obiettivo che avevamo insieme prometto che lo raggiungerò anche per te. Ogni traguardo non sarà solo mio. Ma ogni volta dirò: ce l'abbiamo fatta Debi. E quando ci rivedremo ti racconterò, ti confiderò tutto proprio come facevamo qui: tu con me e io con te».