Avellino, foto di ragazzine in bikini
rubate dai social e finite sui siti porno

Avellino, foto di ragazzine in bikini rubate dai social e finite sui siti porno
di Katiuscia Guarino
Sabato 6 Giugno 2020, 09:39 - Ultimo agg. 10:09
3 Minuti di Lettura

Le foto di ragazze in costume da bagno rubate dai profili privati di Instagram e Facebook e poi postate su piattaforme di Telegram a sfondo sessuale che istigano alla violenza contro le donne e alla pedofilia. «Bibbia 4.0» e «Stupro tua sorella»: i nomi di queste piattaforme.
Tante le giovani irpine finite a loro insaputa nella rete. E in provincia di Avellino potrebbero essere individuati alcuni degli utenti. La Polizia Postale del Compartimento della Campania sta concentrando le indagini in tale direzione. Gli agenti specializzati fanno sapere che il fenomeno è letteralmente esploso durante il periodo del lockdown. Con la clausura forzata per l'emergenza Coronavirus è cresciuto il numero di questo genere di reati.

LEGGI ANCHE Trans sepolto con il nome da uomo, Luxuria: «Calpestata una scelta di vita»

Nel caso specifico dei furti dai social network di immagini di ragazze (tra cui minorenni) per essere utilizzate per altri scopi (sesso, pubblicità occulte, pedo-pornografia e istigazione al femminicidio) si contano in regione oltre 150 denunce a settimana. Molte quelle che arrivano dalla provincia di Avellino. Una ventina le donne irpine, soprattutto giovanissime, che si sono ritrovate loro malgrado sulle due piattaforme, diventando oggetto di commenti osceni. Ci sono anche commenti che istigano alla violenza. Alcune solo per una serie di circostanze fortuite ne sono venute a conoscenza, altre perché hanno ricevuto messaggi scabrosi. Altre ancora sono state contattate direttamente dagli agenti che con meticolosità sono riusciti a risalire alla loro vera identità. Il modo di operare di questi malviventi del web è sempre lo stesso: rubano immagini delle ragazze postate sui social network più diffusi per trasformarle in contenuti porno. Foto normalissime, casomai scattate al mare quindi in costume da bagno, che poi vengono modificate per attrarre gli esecrabili fruitori, i quali si lasciano andare ai commenti choc. La Polizia Postale non esclude che, in considerazione della quantità di segnalazioni giunte dalla provincia, proprio in Irpinia possano esserci utenti locali delle abominevoli piattaforme. I reati configurabili sono violazione della privacy, diffamazione e pedo-pornografia, oltre alla istigazione alla violenza contro le donne. Proprio in considerazione di ciò l'attenzione della Polizia Postale è massima. Si sta conducendo un'operazione generale nell'intera penisola. Da circa due mesi in Campania. Ora il focus sulla provincia di Avellino. Migliaia sono gli iscritti alle due piattaforme, sulle quali esiste anche uno scambio di foto a pagamento (le cifre possono arrivare fino a 5mila euro).
La Polizia Postale ha già scoperto e oscurato altre versioni della piattaforma di Bibbia (1.0, 2.0, 3.0). Ma ciò non è bastato. Il mercato delle immagini e di video di ragazzine rubati continua a circolare anche attraverso gruppi di whatsapp e altri social creati dagli stessi utenti. Le foto sottratte vengono salvate sui dispositivi. Girano poi accompagnate da commenti volgari e violenti. Le piattaforme vengono utilizzate anche da uomini che non accettano la fine di una relazione con una donna e quindi postano foto intime con le ex per vendetta. In questi casi si configura il revenge porn. Sempre nel periodo di chiusura totale per l'epidemia da Covid-19, la Polizia Postale ha riscontrato, oltre alle due piattaforme, una serie di accessi abusivi agli account di Facebook ed Instagram.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA