Avellino, il parco Manganelli riapre
con una «strage» di alberi

Avellino, il parco Manganelli riapre con una «strage» di alberi
di Flavio Coppola
Sabato 4 Luglio 2020, 09:15 - Ultimo agg. 19:53
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Otto mesi dopo, riapre Parco Manganelli. I cancelli ora è ufficiale si schiuderanno alle 11 di questa mattina. Realizzato finalmente l'intervento di sistemazione delle sponde del fiume «Fenestrelle», franate a novembre scorso e annunciato già per gennaio, non manca un nuovo caso che già alimenta una forte polemica a Piazza del Popolo. Tutta la vegetazione presente sulla sponda sinistra del fiume, dall'ingresso di largo Santo Spirito fino al ponte interno al parco, è stata rasa al suolo. Compresi decine e decine di alberi, i cui tronchi segati sono ancora visibili. Per l'assessore all'Ambiente del Comune di Avellino, Giuseppe Negrone, era necessario: «Nell'ambito dell'intervento di sistemazione del fiume, abbiamo dovuto eliminare i rovi spiega e tutti gli alberi esistenti sulla sponda. Molti sporgevano sui viali del parco ed erano pericolanti, altri erano marci». Allora l'assessore promette che «una volta verrà completato l'altro intervento, con la realizzazione dei gabbioni sull'altra sponda, l'amministrazione provvederà a realizzare una massiccia piantumazione. Qualcosa di grande». Intanto, il maggiore polmone verde della città ha perso centinaia di metri di vegetazione. Per lo più pioppi e piante spontanee cresciute nel corso dei decenni attorno al fiume. Ma anche diversi arbusti di grandi dimensioni.

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Il presidente dell'Ordine provinciale degli Agronomi, Ciro Picariello, la mette così: «Per capire cosa sia stato tagliato e cosa no, bisognerà constatarlo sul posto. Se è vero che molte piante erano pericolanti e che tutto rientra nell'operazione di messa in sicurezza del parco, ora ci aspettiamo che la vegetazione sia prontamente ripristinata, con piante autoctone. Come è noto, ad Avellino abbiamo bisogno di alberi in più e non in meno». Per l'amministrazione comunale, il lato positivo è che dall'interno del parco sarà visibile il fiume, finora coperto dagli alberi. Ma per il capogruppo dell'opposizione, Luca Cipriano, non ci sono dubbi: «Continua la strage degli alberi in città, con abbattimenti selvaggi. Una cattiva pratica iniziata con l'amministrazione Foti e proseguita dal Verde Festa». Cipriano è netto: «Nessun dubbio sul fatto che gli alberi pericolanti vadano tagliati, ma il punto è che si arriva a questo punto perché la manutenzione è perennemente al palo. Non c'era davvero nulla da salvare? - si chiede Parliamo di piante che avevano decine e decine di anni e per le quali si è scelte l'extrema ratio dell'abbattimento, perché è più veloce e mette tutti al riparo da ogni responsabilità». Il capogruppo di «MaiPiù», però, non si mostra sorpreso: «Sul caso di Parco Santo Spirito, mi erano arrivate le segnalazioni di diversi abitanti dalla zona, che avevano notato un continuo abbattimento di alberi. Oggi ne abbiamo la conferma chiosa ed è poco credibile l'amministrazione che, periodicamente, annuncia piantumazioni che poi non avvengono». Se non altro, la struttura torna finalmente agli avellinesi. «Al Parco riprende Negrone si potrà accedere tutti i giorni da entrambi gli ingressi: largo Santo Spirito e via fratelli Troncone. Ingresso libero, bisognerà portare con sé una mascherina nel caso in cui non sia possibile garantire il minimo distanziamento sociale». Il parco che riapre, a due mesi dal via libera del Governo e della Regione Campania, è però ancora orfano degli edifici che ospita al suo interno. Problemi atavici che l'amministrazione attuale ha ereditato dal passato e non ha ancora risolto. I servizi igienici, infatti, restano off limits, così come la foresteria, che non è mai stata sfruttata e versa nel degrado, e il mulino, che doveva diventare un ristorante.

E poi c'è la grande palestra rossa. Un enorme contenitore vuoto che il Comune non sa e non può gestire, per carenza di risorse eco-nomiche e personale, e che da anni non riesce a dare in affidamento. Eppure le richieste - soprattutto dalle associazioni sportive non mancherebbero. Ma si continua a tergiversare, mentre il manufatto e quello che c'è dentro si rovinano a causa della mancata cura quotidiana.

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