Avellino, smog: il sindaco ora
è deciso a non far nulla

Avellino, smog: il sindaco ora è deciso a non far nulla
di Maria Stanco
Martedì 28 Gennaio 2020, 08:40
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Aria «pessima». Che peggiora con la pioggia. Lo certifica l'Arpac nel raffronto sulle polveri sottili del 26 gennaio, l'ultimo dato disponibile.
È il diciottesimo sforamento in meno di un mese. Superata in 26 giorni, con più del doppio dei microgrammi al metro cubo consentiti (118 rispetto a 50), la metà dei 35 che la legge prevede al massimo in tutto l'anno solare. È record persino per Avellino. Con buona pace della salute dei cittadini.
Sulla scheda che sintetizza l'elaborazione dell'agenzia regionale per la protezione ambientale, infatti, si legge che «si respira meglio a Acerra, Benevento, Caserta, Napoli (Ferrovia), Salerno e Solofra». Ma ormai non è una novità. Il vero colpo di scena, invece, è nelle nuove dichiarazioni del sindaco, Gianluca Festa: «Credo che le attuali condizioni meteorologiche non ci consentano, in questo momento, di adottare provvedimenti seri, in grado di abbassare questi livelli di polveri sottili. Potrei adottare solo un provvedimento palliativo, ma io sono per le cose che decidono e che risolvono. Non per quelle che mettono fumo negli occhi». Dunque, per ora, il Comune non emetterà provvedimenti. Al netto della gravità della situazione. Eppure, la scorsa settimana come da prassi consolidata il settore Ambiente di Palazzo di Città aveva messo nero su bianco un'ordinanza che contemplava il blocco dei veicoli inquinanti (Euro 0, 1 e 2 per i benzina, Euro 0, 1, 2 e 3, per i diesel) fino alla fine di febbraio. L'aveva sottoposta al sindaco, cui spetta l'ultima parola, e che aveva deciso di non firmarla. All'indomani, sostenendo comunque che «un'ordinanza va certamente fatta», Festa aveva spiegato che si sarebbe concentrato sulle emissioni da impianti di riscaldamento e sui roghi vegetali.
Come confermato dall'assessore all'Ambiente, Giuseppe Negrone, il nuovo provvedimento avrebbe contemplato un tetto massimo di 18 gradi, per la temperatura negli edifici pubblici e privati. Ma l'ordinanza non è arrivata e, ieri, Festa ha affermato che, almeno per ora, non verrà emesso alcun dispositivo. Sembrerebbe, insomma, un dietrofront. Ma il sindaco non è di questo avviso. «C'è un problema Italia che non sfugge a nessuno - ribadisce - con una cappa che chiude il Paese e crea difficoltà sugli sforamenti, a maggior ragione ad Avellino, che è una conca». Così, dopo aver annunciato un provvedimento, la scorsa settimana, Festa ora la mette così: «Noi abbiamo immaginato di ragionare su un'ordinanza, ma non l'abbiamo mai annunciata. Ho addirittura ricevuto critiche da genitori che mi hanno accusavano di aver abbassato i termosifoni nelle scuole. Nulla di più falso, perché, a monte, non c'è stata ancora un'ordinanza».
Verissimo, infatti in molti dall'associazione «Salviamo la Valle del Sabato» agli ultimi assessori all'Ambiente, Augusto Penna e Massimo Mingarelli - l'hanno sollecitata con forza, anche su «Il Mattino». Ma non arriverà: «Il sindaco sta ragionando, sapendo che il problema è oggettivamente meteorologico in tutta Italia, confermando che lo sforamento del Pm10 non è dovuto al traffico veicolare, e che in questo momento abbiamo pochi strumenti per affrontare la questione - chiosa Festa - Quindi verifichiamo nei prossimi giorni. Ma le attuali condizioni meteorologiche non ci consentono di adottare provvedimenti seri».
Il messaggio, insomma, è che rispetto all'ondata di alta pressione e all'assenza di venti, un sindaco non può far nulla. Evidentemente, Festa è in disaccordo con i tantissimi sindaci italiani che, nel frattempo, hanno emanato una pioggia di ordinanze, e che incidono tanto sul traffico quanto sui riscaldamenti e sugli abbruciamenti. Se non altro, per ridurre le emissioni. Per contro, ad Avellino resta nel cassetto il Protocollo di intesa siglato la scorsa primavera su iniziativa del commissario, Giuseppe Priolo, con i sindaci dell'hinterland. Anche quel tavolo, che avrebbe dovuto riunirsi periodicamente per aggiornare il documento e immaginare strategie di area vasta per incidere sulla qualità dell'aria, è rimasto lettera morta. E le condizioni meteorologiche non c'entrano.
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