Caos Conservatorio, dichiarato
off limits a tre giorni dal voto

Caos Conservatorio, dichiarato off limits a tre giorni dal voto
di Flavio Coppola
Venerdì 24 Maggio 2019, 08:37 - Ultimo agg. 11:20
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Il Comune di Avellino ordina alla Provincia di vietare l'utilizzo del Conservatorio «Cimarosa» per carenze sulla sicurezza antincendio.

A due giorni dal voto, un vero e proprio fulmine a ciel sereno si abbatte sulla struttura scolastica presieduta dal candidato sindaco del centrosinistra, Luca Cipriano. Il provvedimento è firmato dal dirigente del settore Cultura di Piazza del Popolo, Gianluigi Marotta, dal funzionario Rosalia Baldanza, e dal responsabile del procedimento Flavio Nazzaro. Per ragioni connesse «alla pubblica e privata incolumità», si ordina al presidente dell'amministrazione provinciale, Domenico Biancardi, «di non utilizzare e far utilizzare l'edificio scolastico di via Circumvallazione, fino alla presentazione della Segnalazione certificata di inizio attività ai fini della sicurezza antincendio, presso il Comando dei vigili del fuoco di Avellino, per regolare la condizione autorizzativa dell'attività».
 
Se non è una vera e propria chiusura, con tanto di sigilli, poco ci manca. Nelle more, il numero uno dell'amministrazione provinciale - si legge ancora nel documento «resta l'unico responsabile del rispetto delle norme di prevenzione incendi, ed ha l'obbligo di adottare tutte le cautele necessarie per la sicurezza dei luoghi».

Clamorosamente, però, la Provincia non ha ancora ricevuto il provvedimento. Nemmeno a mezzo Pec. È quanto si apprende da Palazzo Caracciolo. Dunque, almeno per ora, nessun provvedimento che impedisca attività e lezioni ai 1.000 alunni ed ai 150 professori che si muovono abitualmente all'interno dei 25.000 metri quadrati del campus donato alla città nel 1986 dagli Stati Uniti è stato emanato da Biancardi.

Ulteriori sviluppi, però, sono attesi per la giornata odierna. Nel frattempo, il presidente della Provincia non proferisce parola. Ma resta il caso politico. La decisione del Comune, che cade 48 ore prima del voto per il rinnovo degli organismi politici di Palazzo della Città, sembra destinata ad innescare una vera e propria bufera. Viene motivata nei modi, e soprattutto nei tempi, nelle premesse dell'ordinanza. In pratica, il 2 maggio scorso, venivano comunicate al Comune, alla Provincia e alla Prefettura, le risultanze dell'intervento svolto dai caschi rossi nella scuola, lo scorso 10 aprile. Tutto nasceva nel giorno in cui, presso il Conservatorio, si svolgeva la festa della Polizia. Una segnalazione relativa all'odore di bruciato che trapelava da alcuni cavi elettrici collegati ad un interruttore allertava i caschi rossi.

A seguito di quel sopralluogo, come da prassi, i vigili del fuoco operavano il controllo di rito sull'esistenza della «Scia». Il 2 maggio, scrivevano che non risultava ancora prodotta la certificazione antincendio, nonostante fossero scaduti i termini previsti dal regime di proroga, che si è interrotto il 31 dicembre scorso. Fino ad allora, infatti, il Conservatorio aveva potuto agire in favore di legge. Infine, in una comunicazione successiva, che sarebbe giunta a Piazza del Popolo via Pec il 10 maggio, il comandante dei caschi rossi, Rosa D'Eliseo, sollecitava il Comune ad «attivarsi nei tempi tecnici strettamente necessari per regolamentare la condizione autorizzativa dell'attività».

Da quel momento, l'ente avrebbe dovuto agire entro 30 giorni. Proprio sulla base di questo cronoprogramma il dirigente del settore Cultura avrebbe inoltrato la sua ordinanza il 22 maggio (questa la data riportata sul documento). Tuttavia, fermo restando che l'adeguamento dei sistemi antincendio necessari per l'ottenimento della «Scia» spetta alla Provincia, l'estrema prossimità con l'election day ha già scatenato polemiche e veleni. Inevitabilmente, la bomba appena deflagrata rischia di avere conseguenze sul voto. Non a caso, la durissima replica del presidente del Conservatorio e candidato del centrosinistra, Luca Cipriano, che ipotizza un «colpo di coda» a ridosso delle urne, non si è fatta attendere.
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