Camorra, sequestri confermati
per le imprese del clan Partenio

Camorra, sequestri confermati per le imprese del clan Partenio
di Alessandra Montalbetti
Martedì 22 Ottobre 2019, 11:03
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Nuovo Clan Partenio, convalidati i primi sequestri preventivi disposti dalla procura distrettuale antimafia di Napoli. Il gip del tribunale partenopeo, Fabrizio Finamore ha convalidato il sequestro delle società Gal.Fre costruzioni srl e Ni.Re, entrambe con sede a Prata Principato Ultra, con amministratore unico Renato Freda (indagato per associazione a delinquere, trasferimento fraudolento di valori e sottoposto alla misura custodiale in carcere), e i relativi conti correnti intestati alle medesime società ed aperti presso la Bcc di Flumeri, filiale di Pratola Serra.
Confermato il sequestro preventivo anche del parcheggio ed autorimessa con annesso autolavaggio «Drc Autorimessa American 2» ubicata a Rione Mazzini e gestita dall'indagato Carlo Dello Russo (sottoposto alla misura custodiale in carcere per associazione a delinquere). Infine il gip ha convalidato il sequestro dell'autorimessa «Security Park» di via Dalmazia, gestito in società dagli indagati Diego Bocciero e Elpidio Galluccio (entrambi in carcere).

 

Dalle 162 pagine di ordinanza relativa alla convalida di sequestro emerge che tra Nicola Galdieri e Renato Freda vi era un rapporto di dipendenza fittizia. Dagli atti emerge che Renato Freda, amministratore unico della Gal. Fre costruzioni e la Ni.Re costruzioni aveva assunto Nicola Galdieri (in carcere indagato con l'accusa di 416 bis) pienamente, per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale, ovvero al fine di agevolare la commissione del reato di riciclaggio. Infine dall'attività di intercettazione sono emersi i colloqui telefonici tra Nicola Galdieri e Renato Freda dai quali emergeva che Galdieri, detto O'Milord gestiva in prima persona l'esecuzione di tutti i lavori, tra cui la costruzione di due villette nel centro abitato di Avellino, il cui lavoro era stato procacciato da Livia Forte (indagata a piede libero per il reato di associazione a delinquere).
Quest'ultima aveva consigliato ai proprietari di rivolgersi alla ditta di un suo caro amico ovvero la Freda Costruzioni che lei stessa indicava di essere di Nicola Galdieri. E sempre dall'attività di captazione effettuata dai carabinieri del comando provinciale di Avellino è emerso che le due ditte di costruzioni erano solo fittiziamente intestate a Renato Freda - definito dagli inquirenti una sorte di testa di legno, un semplice prestanome ed esecutore di ordini - ma che di fatto fossero gestite da Nicola Galdieri. A conferma di ciò un'intercettazione messa agli atti e finita nell'ordinanza di convalida di sequestri, in cui la madre di Nicola Galdieri, Filomena Dello Russo afferma: «Ma a te li dà i soldi Nicola, te li dà o no» chiedendo quindi esplicitamente se suo figlio lo pagasse.
Circostanza che fa emergere come Nicola Galdieri fosse il dominus, coadiuvato nel disegno criminoso da Renato Freda. Una testa di legno indispensabile, ad avviso degli inquirenti, per gli affari del clan, in quanto risultava pienamente strumentale alla compiuta implementazione del programma criminoso sotteso alla consorteria criminale in questione, segnatamente alla intestazione fittizia dei beni e a quel trasferimento fraudolento di valori, che rappresentano il sistema di occultamento e, allo stesso tempo, di «ripulitura» delle illecite attività condotte dagli indagati. Indagini della direzione distrettuale antimafia di Napoli sfociate nell'emissione delle misure cautelari in carcere per Pasquale Galdieri, Nicola Galdieri, Ferdinando Bianco, Pasquale Nando Bianco, Diego Bocciero, Filippo Chiauzzi, Carlo Dello Russo, Luigi De Simone, Elpidio Galluccio, Angelo Genito, Antonio Matarazzo, Giuseppe Moscariello, Ernesto Nigro, Ludovico Nittolo, Mario Rosania, Antonio Taccone, Carmine Valente e Giovanni Volpe mentre agli arresti domiciliari invece sono finiti Giuliana Brogna, Martino De Fazio, Franco Ambrosone, Giuseppina Nigro e Giuseppe Durante.
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