Coronavirus in Irpinia, due casi in due giorni:
contagiato anche un anziano di Santa Lucia

Coronavirus in Irpinia, due casi in due giorni: contagiato anche un anziano di Santa Lucia
di Antonello Plati
Domenica 5 Luglio 2020, 11:00
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Torna l'incubo coronavirus in Irpinia. Due casi in due giorni. Venerdì, una donna di 32 anni residente a Moschiano (ricoverata a Napoli). Ieri, un uomo di 69 anni di origine venezuelane residente a Santa Lucia di Serino che è arrivato attorno alle 13 al pronto soccorso di Avellino, a bordo di un'ambulanza del 118, con la febbre alta, una grave insufficienza respiratoria, bradicardia e ipotensione. Già sottoposto a tampone, giovedì scorso, da parte dell'Asl su indicazione del medico di base che aveva costatato sintomi parainfluenzali. Poi il peggioramento e il risultato dell'esame (con esito positivo), quindi la decisione di trasportarlo in ospedale. Le condizioni, subito preoccupanti, e la carica virale alta hanno indotto i sanitari a intubarlo già nel reparto di Emergenza, diretto da Antonino Maffei, in attesa del trasferimento in una stanza di isolamento nell'Unità operativa di Anestesia e Rianimazione. Dunque, il Moscati non è più covid-free. L'ultimo contagiato, ricoverato nella struttura di Contrada Amoretta, era stato dimesso, dopo i tre tamponi risultati negativi, lo scorso 22 giugno. Adesso dopo appena due settimane, il nuovo caso che mette in allarme l'intera provincia: lo spettro del Covid torna a minacciare l'Irpinia. Massima allerta in ospedale dove le misure di sicurezza non sono mai state allentate nonostante i disagi e le difficoltà registrati da un mese a questa parte: il ritorno alla normalità, infatti, ha coinciso con un aumento dei codici in ingresso al pronto soccorso sempre più congestionato e anche interessato da un paio di settimane da alcuni lavori di ristrutturazione per l'adeguamento delle sale mediche. In particolare, l'intervento sta riguardano l'area riservati ai pazienti no-covid.
 


Qui gli spazi sono angusti e non è possibile assicurare la distanza di sicurezza né sono presenti delle tende divisorie tra un letto e l'altro. Lo scopo dei lavori in corso è proprio quello di migliorare lo stato dei luoghi aumentando la capienza dei posti letto nell'area no-covid (si dovrebbe arrivare a 16) per limitare i disagi che affliggono il reparto. Altri interventi riguardano l'installazione, appunto, delle tende antibatteriologiche per evitare la trasmissione di virus tra gli utenti in attesa. Inoltre, dovrebbe esserci una revisione del piano di gestione del sovraffollamento per evitare che si verifichino situazioni di congestionamento e anche l'organico sarà potenziato.

Tra qualche giorno, inoltre, dovrebbe arrivare il parere del Ministero della Salute sul Piano di riorganizzazione e potenziamento delle attività in regime di ricovero in terapia intensiva e in aree di assistenza ad alta intensità di cure. Tra gli interventi previsti uno da circa 2 milioni di euro per i lavori di adeguamento del pronto soccorso che cambierà completamente volto con aree di pre-triage distinte, un'area di attesa dedicata covid-19, un ambulatorio dedicato covid-19, un'area dedicata per soggetti in attesa di esito tampone, un percorso specificatamente individuato per pazienti covid, un accesso diretto e percorsi dedicati per i mezzi di soccorso e la diagnostica radiologica dedicata.

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Dal pronto soccorso al reparto di Ortopedia dove gli operatori sanitari sono oberati di lavoro e lamentano turni massacranti sostenendo una decina di sedute operatorie alla settimana, facendo leva su 7 ortopedici oltre il primario.

E nell'Unità operativa diretta da Antonio Medici sono effettuati diversi tipi di interventi, in particolare la traumatologia maggiore ed il pronto soccorso traumatologico anche per pazienti pediatrici. Inoltre, dall'inizio dell'anno Contrada Amoretta si fa carico delle urgenze traumatologiche anche del plesso Landolfi di Solofra, dove dal 20 marzo è chiuso pure il pronto soccorso. Condizione che ha determinato un sovraccarico di lavoro per la struttura del capoluogo.
Dunque, l'altro giorno è partita una richiesta di aiuto dove ai medici impegnati al Landolfi (che svolgono una sola seduta operatoria alla settimana), ma ancora non sono stati definiti i dettagli per tentare di alleggerire il carico e dirottare pazienti a Solofra.

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