Ciclo dei rifiuti in Irpinia, Enzo De Luca:
«Non capisco proteste contro biodigestori»

Ciclo dei rifiuti in Irpinia, Enzo De Luca: «Non capisco proteste contro biodigestori»
di Alessandro Calabritto
Giovedì 3 Novembre 2022, 07:21 - Ultimo agg. 15:27
4 Minuti di Lettura

Enzo De Luca, in qualità di presidente dell'Osservatorio regionale sulla gestione dei rifiuti come giudica i dati sulla differenziata diffusi dal suo organismo? «La tenuta complessiva che si è avuta nonostante il contesto economico e sanitario deve spingerci ad andare oltre. Bisogna moltiplicare gli sforzi alla vigilia di scadenze importanti come l'affidamento del servizio integrato da parte delle autorità locali ed entro il 2024 il completamento della filiera impiantistica per la chiusura del ciclo. È evidente che la Regione Campania abbia imboccato la strada giusta per efficientare la gestione del settore e implementare una maggiore tutela dell'ambiente nell'ambito di quella transizione ecologica ormai necessaria». 

In Irpinia, però, il passaggio da Provincia ad Ato rifiuti, compresa la cessione delle quote aziendali di IrpiniAmbiente, sembra essersi impaludato. Come si esce dall'impasse?
«Ci deve essere uno spirito di comprensione reciproca, la legge regionale 14 del 2016 ha come obiettivo garantire i cittadini e le generazioni future rispetto alle risorse naturali del territorio campano, oltre che creare un circolo virtuoso che sfoci in una sana economia circolare.

Va trovato un accordo per chiudere questo percorso. Per fare ciò sono disponibile a partecipare ad un tavolo operativo che aiuti anche a meglio comprendere tutte le opportunità relative che bisogna saper cogliere».

Intanto i due enti restano sulle proprie posizioni...
«Se in 6 anni e mezzo dalla legge non si sono messe in pratica le varie indicazioni e non è stato completato il percorso c'è qualche problema da superare. Il tema dei rifiuti non può essere in alcun modo divisivo, neanche per questioni legate alla politica. Il mio auspicio è che si raggiunga la massima condivisione sul da farsi in accordo con Palazzo Santa Lucia, e l'Irpinia possa vedere a breve la concreta applicazione normativa, che comprende anche le direttive europee, sfociare nel ciclo integrato dei rifiuti. Adesso è tempo di finalizzare».

Recentemente la Regione ha scritto ai presidenti degli Ato per sollecitarli a fare in fretta. È d'accordo?
«Assolutamente sì, nell'ambito delle loro prerogative. A loro spetta il compito di gettare sui territori e nelle città le basi dell'economia circolare in un settore chiave per la salute, l'equilibrio ecologico e la competitività economica, sviluppando una filiera industriale del riciclo e riuso dei rifiuti sostenibile e trasparente, basata sull'efficientamento energetico. Spero che sappiano cogliere tutte le opportunità offerte dalla riforma del ciclo integrato, elaborata dal Governo regionale e condotta dal vice presidente Fulvio Bonavitacola. Con l'Osservatorio portiamo avanti da anni una campagna di sensibilizzazione a partire dalle scuole, convegni istituzionali, formazione e borse di studio. Adesso stiamo coinvolgendo anche Confindustria, visto che l'indirizzo prevalente è pubblico-privato e le Università».

Il prossimo passo?
«Abbiamo già definito la carta dei doveri e dei servizi, attraverso la quale responsabilizzare ulteriormente enti e cittadini. Dobbiamo fare in modo di allontanare anche certi appetiti. Su questo punto ci sto lavorando da quando ero vice presidente della commissione ecomafie al Senato. Ed è in questo solco che si inserisce il protocollo d'intesa con le forze dell'ordine, per ora firmato proprio con l'ex prefetto di Avellino Maria Tirone e presto anche nelle altre quattro province».

Intanto, in Irpinia e non solo si registra anche una carenza di impianti.
«Sfruttiamo le opportunità del Pnrr. Purtroppo su tutto il territorio regionale c'è sempre stata un'avversione al piano dei 12 biodigestori e non ho mai capito il perché. A Chianche, però, si è raggiunto un risultato che in ogni occasione ho sempre sostenuto: quello di realizzare un impianto anaerobico che produca compost e biomassa. Da Roma in sui rifiuti sono una ricchezza che si traduce anche in posti di lavoro e rappresentano la vera frontiera per far recuperare terreno alle aree interne in termini di sviluppo. È su questa sfida che si misurerà la classe dirigente e la sua stessa crescita». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA