Conta poco dirlo oggi ma se mi avessero ascoltato, se avessimo portato avanti l'operazione con Cassa Depositi e Prestiti, e ne avevamo l'opportunità non più tardi di tre anni, oggi avremo già un Alto Calore salvo. Invece, hanno voluto credere e seguire qualche pifferaio magico, qualche mercante di sogni e di incertezze. E il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il giudizio del sindaco di Avellino, Gianluca Festa, sulla vicenda Acs e il rischio di un suo fallimento, in seguito all'istanza per insolvibilità presentata dalla Procura nel settembre del 2021, è netto. Il primo cittadino non torna indietro rispetto a quanto dichiarato in tante occasioni sulla gestione della spa di corso Europa, così come sulla strada intrapresa per tirarla fuori dalle secche di un debito strutturale che, seppure per fattori contingenti, ha continuato ad aumentare, proprio come la percentuale di morosità sul fatturato. Festa torna ad esprimere la sua posizione sulla crisi societaria il giorno dopo le rassicurazioni del vice governatore Fulvio Bonavitacola, intervenuto giovedì alla riunione dei soci, e alla vigilia di tre appuntamenti cruciali sul percorso di salvezza della partecipata dell'acqua: l'assemblea dei sindaci fissata per lunedì 7, l'approvazione della forma di gestione proposta dal Consiglio di distretto idrico Irpino su cui dovrà esprimersi il giorno seguente il Comitato Esecutivo dell'Eic, e il deposito in Tribunale del piano di concordato con allegato quello industriale per risanare e rilanciare l'attività dell'ex consorzio previsto per giovedì 10.
Ora la mole debitoria di 180 milioni di euro, da quanto si legge dalla contabilità aziendale continua credo sia molto preoccupante.
Ma anche su questo punto, il sindaco di Avellino è caustico: L'onere della soluzione afferma è in capo a chi ha creato il problema e deve riparare al danno causato. Lo ripeto, io ci ho provato con il pubblico e con Cassa Depositi e Prestiti in tempi non sospetti. Ad altri, quindi, spetta trovare un'opzione possibile. Festa, insomma, a questo punto della vicenda, resta alla finestra e si chiama fuori, consapevole che le ultime gestioni dell'Alto Calore sono state e sono molto vicine a Palazzo Santa Lucia e dalla stessa Regione Campania si è palesato un sostegno importante. Soprattutto nel farsi carico del sistema della Grande adduzione primaria di Cassano. Il che significa gestire impianti e centrale e assumersi anche i costi elevatissimi di energia elettrica che provengono dal sollevamento dell'acqua. Un passaggio sancito da una delibera di giunta regionale, quando, con la divisione dell'ambito Calore Irpino nei due distretti delle province di Avellino e Benevento, è stato possibile, di fronte a strutture sovra distrettuali, effettuare l'operazione e sgravare Acs. Ma proprio questo step ha prodotto due ricorsi che potrebbero rimettere tutto in discussione: quello del Comune di Cassano che mira ad una elevata quota dei ristori ambientali e quello di Acquedotto Pugliese che punta a restare titolare della gestione dell'impianto.