Rifiuti in fiamme a Pianodardine,
il primo indagato è un dipendente Ics

Rifiuti in fiamme a Pianodardine, il primo indagato è un dipendente Ics
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 30 Ottobre 2019, 11:30
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Incendio Ics, c'è un primo iscritto nel registro degli indagati. A distanza di oltre un mese dal devastante rogo che ha distrutto l'Industria Composizioni Stampati di Pianodardine, la Procura di Avellino ha delineato un primo profilo di responsabilità.

Indagato un dipendente dello stabilimento di proprietà dei Civitillo che avrebbe svolto una mansione di responsabilità all'interno della fabbrica. Ma gli inquirenti non escludono che il numero degli indagati possa aumentare alla luce degli ulteriori accertamenti che verranno effettuati dai consulenti. Nel mirino degli investigatori sarebbero finiti alcuni aspetti legati alla questione sicurezza dello stabilimento. Infatti ieri mattina, è stato effettuato un sopralluogo nella fabbrica di Pianodardine - andata in fiamme il 13 settembre scorso quando divampò l'incendio durante la pausa pranzo dei dipendenti - dopo una riunione operativa con il consulente nominato dalla Procura e alla presenza del comandante dei vigili del fuoco di Avellino, Luca Ponticelli che supervisionerà gli accertamenti.
 

L'ipotesi al momento è quella di omesso controllo, ma non è escluso che gli inquirenti possano muovere ulteriori contestazioni alla luce anche degli altri sopralluoghi nello stabilimento di Pianodardine dove venivano prodotti gli stampati per le batterie di auto.

Intanto l'azienda ha già presentato un piano di bonifica dello stabilimento e di messa in sicurezza. Piano che potrà partire solo al termine degli accertamenti che i consulenti vorranno eseguire al fine di cristallizzare le prove raccolte durante le indagini. Nessun consulente nominato dalla proprietà, i fratelli Civitillo, che restano parte lesa nel procedimento aperto dalla Procura avellinese l'indomani del devastante rogo, sviluppatosi dapprima all'esterno dello stabilimento di Pianodardine per poi protrarsi per le alte temperature raggiunte in pochissimo tempo, al tetto del capannone distruggendo la copertura in pannelli solari e l'intera struttura.

Tempestive le indagini effettuate dai vigili del fuoco del comando provinciale di Avellino, dal Nia (Nucleo investigativo Antincendio) e dai carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) effettuate su delega della Procura guidata da Rosario Cantelmo. Indagini a tutto campo anche da parte dei carabinieri, agli ordini del capitano Quintino Russo che ascoltarono delle persone, al fine di far piena luce sull'incendio, che effettuarono dei video e delle foto dell'immane rogo. Una volta ultimate le indagini la procura di Avellino, autorizzò la proprietà a recuperare dapprima gli stampi posizionati all'esterno e nel deposito. Il dissequestro riguardò dapprima una sessantina di matrici, recuperate dai vigili del fuoco del comando provinciale e caricate dagli operai prontamente su un tir in direzione degli altri stabilimenti dello stesso gruppo aziendale, al fine di far ripartire altrove la produzione. Un dissequestro che diede un barlume di speranza per le 27 famiglie degli operai diretti dipendenti dell'Ics e alle oltre 70 famiglie di operai impiegati nell'indotto.

Successivamente il pubblico ministero Cecilia De Angelis e Roberto Patscot autorizzarono, dopo aver acquisito il parere del comandante dei vigili del fuoco, anche il recupero degli stampi presenti nei macchinari nel momento in cui divamparono le fiamme. Recupero che ha consentito agli operai di non finire in cassa integrazione e di continuare a lavorare, anche se lontano dall'Irpinia. Nei giorni successivi al rogo e alla nube di fumo nero visibile da ogni parte della città, furono eseguiti svariati accertamenti per analizzare la qualità dell'aria, delle falde acquifere e dei prodotti agricoli per i quali inizialmente fu disposto il divieto di raccolta e consumo esclusivamente in alcuni comuni della provincia irpina e lo stesso capoluogo. Divieto imposto a scopo precauzionale che rientrò dopo qualche settimana, quando i risultati eseguiti dall'Arpac furono nuovamente confortanti.
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