Inchiesta tamponi ai giocatori della Lazio, prosciolti i dirigenti del Centro Futura

Alla base delle accuse le analisi Covid di Immobile, Luis Alberto e Lazzari

Inchiesta tamponi ai giocatori della Lazio prosciolti i dirigenti del Centro Futura
Inchiesta tamponi ai giocatori della Lazio prosciolti i dirigenti del Centro Futura
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 28 Settembre 2023, 10:06 - Ultimo agg. 10:34
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Il caso tamponi falsi per alcuni calciatori della Lazio si è concluso con il proscioglimento del legale rappresentante, del consulente scientifico e della direttrice sanitaria del laboratorio Diagnostica Futura di Corso Vittorio Emanuele ad Avellino.

I tre erano finiti nel registro degli indagati con le accuse di falso e omissione in atti d'ufficio per aver inserito risultati falsi sulla piattaforma Sinfonia. A proscioglierli e a fugare ogni dubbio sul rispetto delle procedure Covid 19, il Gup del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi. Il pubblico ministero del tribunale di Avellino, Vincenzo Toscano aveva chiesto il rinvio a giudizio per Massimiliano Taccone legale rappresentante della Diagnostica Futura, per suo padre Walter Taccone consulente scientifico nonché ex presidente dell'Us Avellino, amico di Claudio Lotito e per la direttrice sanitaria del centro Francesca Di Marzo Capozzi.

Le accuse erano già state ridimensionate rispetto al capo di imputazione provvisorio notificato, nella fase embrionale dell'inchiesta, solo a Massimiliano Taccone dalla Procura di Avellino.

Infatti all'epoca dei sequestri - effettuati nel 2020 disposti dal sostituto procuratore Vincenzo D'Onofrio - era stata ipotizzata anche la frode in pubbliche forniture e l'epidemia colposa.

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Gli avvocati di Massimiliano Taccone, di suo padre Walter Taccone e della direttrice sanitaria Francesca Di Marzo Capozzi nel corso dell'udienza preliminare hanno chiesto il proscioglimento per i loro assistiti in quanto «a loro avviso non si trattava di referti falsi. Ed ancora i nostri assistiti hanno effettuato tutte le comunicazioni dovute». Stando all'impianto accusatorio i tre avrebbero omesso di comunicare la positività dei tamponi Covid 19 per Ciro Immobile, Manuel Lazzari e Luis Alberto Romero il 26 ottobre del 2020. Accuse queste ultime che gli inquirenti hanno contestato solo a Massimiliano Taccone e al direttore sanitario Francesca Di Marzo Capone. Nel corso delle indagini erano state disposte anche ben due perizie dal Gip con un incidente probatorio che non hanno evidenziato condotte illecite poste in essere da parte degli imputati. Le indagini delle Fiamme Gialle del comando provinciale di Avellino coordinate dalla Procura di Avellino erano sfociate anche nel sequestro di alcuni referti e all'emissione di un decreto di perquisizione.

La vicenda giudiziaria, che risale all'autunno del 2020, in piena pandemia, prese le mosse dalle controverse analisi su tre calciatori biancocelesti risultati negativi ai test del Coronavirus effettuati alla Futura Diagnostica e dunque scesi regolarmente in campo dopo aver contratto il Covid. Ciro Immobile, Lazzari Manuel e Romero Luis Alberto risultarono positivi per l'Uefa e alle analisi effettuate dall'Asl della Capitale.
In particolare Ciro Immobile era stato dichiarato positivo dal Campus biomedico di Roma anche prima del match contro il Bruges, ma negativo dal centro avellinese. «La sentenza è giusta ed in linea con le risultanze processuali e le analisi compiute da tutti i tecnici che si sono occupati della vicenda, restituisce finalmente ai nostri assistiti quella rispettabilità - hanno precisato i legali di Walter e Massimiliano Taccone - scientifica e professionale che la notizia dell'inchiesta aveva posto in ombra. Ci attendiamo che i media diano al proscioglimento pieno, il massimo risalto perché ha spazzato via definitivamente sospetti e falsità che né il professore Taccone, insigne biologo, né il suo laboratorio, che è centro di eccellenza, meritavano».
 

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