Come ogni giorno, anche ieri Alessandra aveva iniziato la sua giornata coccolando la sua asinella. E su Instagram aveva postato una storia mentre le dava da mangiare. Da qualche anno aveva scelto di accudire l’animale, un’asinella come detto, con la quale aveva un rapporto speciale.
Era solare e amava la vita, Alessandra era molto conosciuta in città. Frequentava i locali della movida: non era difficile incontrarla al bar Tony, sul corso Vittorio Emanuele, al Tilt (quando il locale era in largo Santo Spirito) o al centro storico. Fan di Enzo Avitabile, non perdeva un’occasione per assistere ai concerti dell’artista partenopeo. L’ultima volta ad aprile dell’anno scorso, in piazza ad Atripalda. E proprio nella città del Sabato, Alessandra lavorava come parrucchiera. Anche qui aveva stretto amicizie e allo stesso modo di Avellino era conosciuta e voluta bene da parecchie persone. «Un sorriso e una battuta non mancavano mai quando ci incontravamo», lo ripetono come fosse un mantra tutti i suoi amici.
Altri dettagli emergono dalla voce di un conoscente del padre di Alessandra, il 63enne Costantino Mazza. «Ci sentivamo al telefono ogni mattina - sussurra - avevo capito che la situazione in casa fosse diventata molto tesa». Aggiunge infatti: «Mi parlava della sua esasperazione, dei frequenti litigi con la figlia e temeva che prima o poi la situazione sarebbe potuta degenerare. Mai però mai avrei immaginato qualcosa di simile. Era una bravissima persona». L’arma che ha tolto la vita a padre e figlia era regolarmente detenuta. «Non sarebbe potuto essere diversamente - sottolinea l’uomo - era molto preciso, ogni virgola doveva essere al suo posto». Altri conoscenti, accorsi sul luogo della tragedia, aggiungono particolari sui momenti immediatamente successivi al fatto.
«Abbiamo saputo - spiega una signora - che la moglie non era insieme a loro, ma si trovava in un’altra parte dell’abitazione. Subito dopo ha trovato i due in una pozza di sangue». La donna, in evidente stato di shock, non ha potuto fare altro che urlare di dolore. «Ieri sono arrivato a casa loro alle 15 - racconta invece un parente - ero venuto a trovare Costantino perché aveva avuto dei problemi di salute, si era sottoposto a un’operazione. Al mio arrivo ho visto l’ambulanza. Ho chiesto a qualcuno di aprire, per entrare, ma mi hanno risposto che non si poteva». Ora non riesce a farsene una ragione: «Nonostante la parentela stretta io non sapevo delle patologie di Alessandra, perché quando ci vedevamo stava bene, parlavamo tranquillamente, veniva anche a casa mia per fare i capelli a mia madre». Un’esasperazione, quella che incrinava i rapporti tra padre e figlia, di cui, da quanto emerge, non ne erano a conoscenza in tanti.