Laceno d'oro in paradiso ma nessun contributo da Comune e Provincia

Boom di presenze: circa 12mila persone hanno partecipato alla manifestazione

Laceno d'oro in paradiso
Laceno d'oro in paradiso
di Massimo Roca
Martedì 12 Dicembre 2023, 08:44 - Ultimo agg. 09:03
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Per il Laceno d'oro il dopo festival si gioca su due livelli. Da un lato il riconoscimento internazionale sulla stampa specializzata e dei grandi ospiti di questa edizione, dall'altro c'è la realtà del contesto territoriale in cui si muove da 48 anni questo evento ed anche la prosaicità dei conti della serva.

Insomma, la testa in paradiso ricordando le masterclass con Guédiguian e Schrader (premiati alla carriera) e le 12mila presenze in 8 giorni di programmazione, ed i piedi, se non all'inferno, quanto meno in purgatorio guardando i conti e le prospettive. «Stiamo tirando un po' il fiato dopo questi giorni di grande impegno prima di ritornare subito al lavoro con rendicontazione, pagamento dei fornitori e quant'altro. Il bello arriva adesso» commenta sorridendo Antonio Spagnuolo, presidente del Circolo di cultura cinematografica ImmaginAzione che cura e organizza il festival. «Come ho detto salutando il pubblico, noi realizziamo un festival che ha un valore triplo rispetto al contributo che riceviamo.

C'è uno sforzo importante di grande ottimizzazione delle risorse».

Ed i complimenti sono arrivati anche da uno dei superospiti della rassegna. Paul Schrader ha scelto il Laceno d'oro vivendolo per tre giorni, presenziando ed introducendo le proiezioni di tre suoi film. Pienone per la sua masterclass con gli appassionati che per i due terzi sono arrivati da fuori città. Sul suo profilo facebook, postando una foto della città scattata dalla finestra del'Hotel de la Ville, ha voluto ringraziare gli organizzatori ed i ristoranti irpini commentando: «L'Italia è l'unico paese dove si parla di cosa si mangerà a pranzo».

«È significativo il fatto che abbia scelto di essere ad Avellino e di restarci per tre giorni preferendoci al festival di Torino» commenta Spagnuolo. È stata un'edizione in cui il Festival ha cercato di affondare le sue radici, il suo rapporto con il territorio: «È il secondo anno in cui c'è stato un fortissimo coinvolgimento del pubblico e delle scuole, Quest'anno abbiamo strutturato una collaborazione con il Davimus dell'Università di Salerno, con il Dipartimento di Cinema. Gli studenti ed i dottorandi hanno incontrato la giuria popolare, fornendo delle basi per la valutazione del servizio datare ai film: un modo per accrescere la cultura cinematografica».

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La presenza di Schrader e di Guédiguian per un festival non di nicchia: «Stiamo parlando del papà di American Gigolò, dello sceneggiatore di Taxi Driver, di Toro Scatenato e per il secondo basta osservare che "E la festa continua" oggi in Francia è in 360 sale». Del Laceno d'Oro si parla sui principali inserti culturali della stampa nazionale sconfinando anche all'estero su Hollywood Reporter e l'edizione inglese di Variety. «Portiamo il nome di Avellino in giro per il mondo, ma capisco anche che in loco non c'è una ricaduta immediata su chi passeggia per il corso cittadino e che magari ha altri interessi».

Spagnuolo è anche membro della Fondazione cultura voluta dal sindaco di Avellino, Gianluca Festa, per gestire i luoghi della cultura cittadina. Tra di essi l'ex cinema Eliseo, sede storica del Laceno d'Oro. «Se riuscissimo ad avere la disponibilità di un Eliseo ben attrezzato e funzionante in termini di sala cinematografica per noi sarebbe certamente un qualcosa in più, al di là dell'aspetto simbolico e affettivo. Però c'è da essere chiari: un festival internazionale si deve sviluppare in una sala cinematografica degna di questo nome».

A due anni dall'edizione del cinquantennale, il salto di qualità è possibile? «Potrebbe esserci avendo uno staff impegnato 12 mesi all'anno. Sarebbe possibile solo con risorse di altro tipo». Appunto le risorse: «Abbiamo avuto la vicinanza di grandi sponsor, abbiamo un contributo del ministero ed accediamo ai fondi regionali ma non ai Poc. Quando abbiamo capito che c'erano troppe "oscillazioni" su quei fondi ci siamo rivolti altrove, al Piano Cinema Campania: dà la metà rispetto ai Poc, ma non dobbiamo chiedere niente a nessuno. Presentiamo il nostro bravo progetto e la Regione da quattro anni ci premia come primo festival. C'è un'anomalia nella nostra base finanziaria. In questo momento noi non abbiamo contributi né dal comune né dalle province. Mi viene da pensare che se fossimo in altre latitudini non staremmo a fare questo ragionamento: sarebbero stati i politici a cercarci. Credo che esista una questione culturale, la politica, di qualsiasi colore, dalle nostre parti è molto attenta al consenso ed un festival come il nostro non genera consenso».
 

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