Le mascherine per proteggersi
dal «Virus camorra»

Le mascherine per proteggersi dal «Virus camorra»
di Rossella Fierro
Giovedì 6 Agosto 2020, 10:54
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Mascherine per proteggersi dal Covid e dal virus della camorra. I macchinari del Maglificio 100Quindici Passi, sorto nella villa bunker confiscata al clan Graziano, riprendono a funzionare grazie al contributo di Regione Campania, tramite Fondazione Polis e Forum dei Giovani, Parco regionale del Partenio e al lavoro di «Libera» e di tanti volontari. In pieno lockdown il maglificio ha riaperto battenti dopo un lungo periodo di stop, per accogliere tre sarte, una ricamatrice e tanti volontari dell'associazione «Punto Alfa» pronti ad imbustare seicento mascherine al giorno da donare a Comuni, forze dell'ordine, cittadini. E l'obiettivo ambizioso, presentato ieri mattina in conferenza stampa nel palazzo della Regione di Collina Liguorini, è arrivare ad una produzione di ben 8mila pezzi al giorno grazie al contributo in arrivo da Fondazione con il Sud. Un'iniziativa a cui ha voluto presenziare anche la presidente dell'assise regionale Rosa D'Amelio.

«Abbiamo combattuto tanto, con rigore e serietà da parte della Regione e dei cittadini, ma non ne siamo ancora fuori. Il virus è ancora tra noi e le mascherine sono uno strumento di protezione che dovremo utilizzare ancora per molto tempo- spiega D'Amelio- ecco perché abbiamo scelto di dare questo sostengo alla produzione al Maglificio di Quindici, presidio di legalità in tutto il Vallo Lauro». La presidente dell'assise regionale rivendica il lavoro svolto dalla legislatura per il riuso dei beni confiscati alla malavita organizzata: «con la commissione anticamorra abbiamo lavorato tanto, investito risorse e siamo diventati punto di riferimento a livello nazionale per tutte le altre regioni. Un impegno di squadra con Libera che non fa mancare il suo contributo, mai come ora necessario. In questo momento di grave crisi il rischio che la povertà diventi facile preda della criminalità organizzata, è più che concreto e le istituzioni devono arrivare prima».

Un'opportunità che non è sfuggita al presidente del Parco del Partenio Franco Iovino: «abbiamo deciso di sostenere la produzione di mascherine in un luogo simbolo quale il Maglificio perchè un ente che si occupa di tutelare il territorio, non può non salvaguardare la salute dei propri cittadini». Mascherine bianche con il simbolo di Libera e lo stemma della Regione «per sottolineare l'importanza della collaborazione tra istituzioni e associazioni nella lotta al virus e alla criminalità» evidenzia Giuseppe Caruso presidente del Forum Giovani della Campania. Una ripresa della produzione che fa ben sperare chi ha lottato tanto affinchè quella villa in cui un tempo i Graziano decidevano della vita e della morte di esponenti di clan avversari e di cittadini onesti, fosse trasformato e restituito alla collettività. «Questa nuova ripartenza rappresenta una svolta dal punto di vista economico perché offre a quell'impresa la possibilità di ripartire, quindi di riprendere a respirare. Ma è anche un segnale forte per il territorio: tenere aperto il Maglificio significa poterlo vivere diversamente da quanto accadeva prima» spiega Emilia Noviello, portavoce provinciale di Libera. A ringraziare Felice Castaldo, presidente di «Punto Alfa», è Francesco Iandolo, consigliere comunale di Avellino e responsabile della cooperativa Oasi Project che si occupa del Maglificio: «Durante il lockdown non potevamo raggiungere Quindici, ma grazie ai volontari del territorio è stato possibile riazionare i macchinari e produrre mascherine. Un contributo fondamentale a cui guardiamo con grande speranza per il futuro rilancio del Maglificio che, stando alle novità introdotte dall'Agenzia nazionale beni confiscati, un giorno potrebbe essere affidato direttamente ad un ente di terzo settore».
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